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Allergia alimentare vs intolleranza alimentare

Allergia alimentare vs intolleranza alimentare

L’allergia alimentare, l’intolleranza alimentare, l’infiammazione da cibo: la confusione regna sovrana. Facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento.

Sul dibattito su allergia alimentare, l’intolleranza alimentare e l’infiammazione da cibo, vivace e contraddittorio, si fa largo la moderna ricerca scientifica che fornisce nuove prospettive e nuove definizioni. L’allergia alimentare è ben diversa dalle intolleranze e per queste ultime sono valide solo quelle al lattosio e al glutine, mentre il focus va rivolto a una nuova scoperta: l’infiammazione da cibo.

Gli scaffali dei supermercati offrono sempre più prodotti free from

I prodotti «free from» sono una realtà sempre più presente nelle scelte dei consumatori italiani, con un giro d’affari impressionante, pari a 3,3 miliardi di euro, come ha rivelato l’ultimo rapporto (giugno 2018) dell’Osservatorio Immagino Nielsen. La domanda di prodotti senza glutine, senza lattosio, ma anche senza lieviti, si attesta sul 13,6 % del totale del food confezionato e riguarda soltanto in parte chi ha ricevuto diagnosi di intolleranza, e quindi deve seguire precise indicazioni mediche.

Coloro i quali, pur non soffrendo di particolari problemi di salute, decidono di seguire un regime dietetico con privazioni, magari spinti dai risultati di test privi di fondamento scientifico (ad esempio il dosaggio IGg4 o il Vega test) o, peggio, seguendo mode alimentari del tutto aleatorie.

Cos’è un’allergia alimentare?

Un’allergia alimentare è una risposta del sistema immunitario che reagisce a un ingrediente contenuto nel cibo riconosciuto come dannoso. Gli anticorpi contenuti nel sangue, le immunoglobuline E (IgE), combattono un antigene o una molecola scatenando una reazione allergica. Le reazioni allergiche possono essere leggere e presentare reazioni come rash cutaneo, gonfiore del viso, orticaria o lividi, crampi allo stomaco, vomito, diarrea, o essere molto severe e incorrere nel rischio di anafilassi gravi e potenzialmente letali, come difficoltà respiratorie e collasso.

Un’allergia può essere scatenata non solo dall’ingestione, ma anche dal contatto o dall’inalazione di determinate sostanze. La reazione è sempre violenta e immediata, si manifesta entro un breve intervallo di tempo che va da pochi minuti alle due ore circa dall’assunzione. Gli alimenti più a rischio sono il pesce, e soprattutto i molluschi, le uova, le noci, le arachidi e il latte. Le allergie alimentari sono in costante aumento e colpiscono i paesi industrializzati. Non si conoscono esattamente i meccanismi di questo incremento, in generale si ipotizzano deviazioni del sistema immunitario non più impegnato a contrastare parassiti o malattie infettive.

Cos'è l'intolleranza alimentare?

L'intolleranza alimentare non coinvolge il sistema immunitario. È invece una risposta del sistema digestivo. Si verifica quando una sostanza contenuta nel cibo irrita il sistema digestivo o quando la persona non è in grado di metabolizzarla. La causa potrebbe essere dovuta a carenze di enzimi nell’organismo o sensibilità agli additivi, o ancora reazioni ad alcune sostanze chimiche presenti in natura negli alimenti.

Il lattosio, che si trova nel latte e in altri prodotti caseari, causa l'intolleranza alimentare più comune. Oltre al lattosio le intolleranze scientificamente provate sono solo quelle che riguardano il glutine e il lattulosio. I sintomi coinvolgono quasi sempre il sistema gastro-intestinale: gonfiore gastrico e/o intestinale, difficoltà digestiva, nausea, vomito, stipsi o diarrea, dolori addominali post-prandiali. A questi sintomi possono associarsi cefalea, emicrania, sonnolenza, affaticamento, malessere generale.

Qual è la differenza tra allergia alimentare e intolleranza al cibo?

Mentre le allergie alimentari possono essere innescate anche da piccole quantità di cibo e si verificano ogni volta che esso viene consumato, tanto che rendere necessario abolire gli alimenti incriminati, le intolleranze alimentari sono spesso collegate alla quantità di cibo assunta. Le persone con intolleranze alimentari possono non presentare alcun sintomo finché non mangiano un dato alimento in modo eccessivo in una volta sola o lo accumulano nel tempo.

In generale i progressi della scienza e la revisione di alcuni test risultati non convenzionali hanno posto le intolleranze alimentari al centro di dubbi e dibattiti, mettendo in forse la loro esistenza sotto il profilo clinico e scientifico. Secondo i risultati della moderna ricerca tutto quello che veniva prima identificato come intolleranza ora lo è solo in piccola parte. È invece più corretto parlare di infiammazione da cibo, come afferma Attilio Speciani, allergologo e immunologo clinico nel suo ultimo libro Le intolleranze alimentari non esistono (LSWR edizioni) .

Cosa sono le infiammazioni da cibo?

L’infiammazione da cibo, scoperta recentemente, è una reazione a bassa intensità dell’organismo, costretto a subire gli effetti di un’alimentazione sbagliata, ripetuta e protratta nel tempo. È un’espressione dei segnali di adattamento dell’organismo e coinvolge una reazione immunologica agli alimenti. L’assunzione degli alimenti non provoca una risposta immediata a livello digestivo, ma causa disturbi e vere e proprie malattie, anche gravi, che si manifestano nel tempo. Sembra in modo sempre più convincente che artriti, dolori articolari, problemi all’apparato respiratorio, tosse, reflusso gastroesofageo, patologie infiammatorie del colon, coliti e resistenza all’insulina, per citarne alcune, siano correlate alla cattiva alimentazione.

Inoltre le infiammazioni da cibo sembrano essere responsabili dell’aumento di peso e quindi causa della difficoltà di dimagrire. L'infiammazione provoca un’insulino-resistenza delle cellule che non riescono a utilizzare gli zuccheri, accumulandosi sotto forma di grasso. Gli Ages, cioè i prodotti finali della glicosilazione, promuovono stress ossidativo e infiammazione. Un eccesso di zuccheri, come il fruttosio, generano glitotossine che possono avere un effetto patogeno, vero e proprio veleno cellulare.

L’infiammazione non è dovuta soltanto al consumo spropositato di un dato alimento, ma anche a un cattivo bilanciamento tra proteine e carboidrati. In parole povere, le cosiddette diete di privazione, come quelle che escludono i carboidrati, non sono consigliabili, ma anzi potenzialmente assai dannose e infiammanti.

Come scoprire le infiammazioni da cibo

L’innalzamento delle citochine (Baff e Paf) è un segnale importante della presenza di una infiammazione legata al cibo. Il Food inflammation test può essere eseguito anche in farmacia, così da individuare il cibo specifico o, meglio il gruppo alimentare assunto in eccesso (frumento e glutine; latte e prodotti caseari di derivazione bovina; lieviti e prodotti fermentati; nichel solfato; oli cotti).

Infatti, non è tanto un singolo alimento a provocare infiammazione, ma l’eccesso e la ripetitività con il quale lo si assume. E la terapia altro non è che un piano alimentare che non escluda nulla, ma che invece preveda una dieta di rotazione, dove l’alimento dannoso è dapprima evitato e poi introdotto gradualmente.

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.


Maria Milvia Morciano
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Archeologa e storica dell’arte, sono dottore di ricerca, specializzata in archeologia e autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative. Sono una esploratrice bulimica di luoghi e biblioteche, mentre con il cibo ho un rapporto sereno e convinta che sia la chiave per capire il mondo e le persone. Il mio motto è: dimmi come mangi e ti dirò chi sei.
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Archeologa e storica dell’arte, sono dottore di ricerca, specializzata in archeologia e autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative. Sono una esploratrice bulimica di luoghi e biblioteche, mentre con il cibo ho un rapporto sereno e convinta che sia la chiave per capire il mondo e le persone. Il mio motto è: dimmi come mangi e ti dirò chi sei.
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