“Caro Marzo”, la bellissima poesia di Emily Dickinson

“Caro Marzo” è una poesia di Emily Dickinson scritta nel 1874. I versi celebrano l’arrivo della primavera mentre pongono l’accento sulla fugacità della vita. La natura fa così tanto da sfondo, quanto da protagonista. Il mese invocato nel titolo diventa un interlocutore privilegiato con cui conversare e assume dei contorni che vanno ben oltre la personificazione figurata.

“Caro Marzo”: il testo della poesia
Caro Marzo – Entra –
Come sono felice –
Ti aspettavo da tanto –
Metti giù il Cappello –
Devi aver camminato –
Quanto sei Affannato –
Caro Marzo, come stai tu, e gli Altri –
Hai lasciato bene la Natura –
Oh Marzo, Vieni di sopra con me –
Ho così tanto da raccontare –
Ho avuto la tua Lettera, e gli Uccelli –
Gli Aceri non sapevano che tu stessi arrivando –
L’ho annunciato – come sono diventati Rossi –
Però Marzo, perdonami –
Tutte quelle Colline che mi lasciasti da Colorare –
Non c’era Porpora appropriata –
L’hai portata tutta con te –
Chi bussa? Ecco Aprile –
Chiudi la Porta –
Non voglio essere incalzata –
Sei rimasto via un Anno per tornare
Mentre ero impegnata –
Ma le sciocchezze sembrano così banali
Appena sei arrivato
Che il Biasimo è caro quanto la Lode
e la Lode è semplice come il biasimo.
“Caro Marzo”: il bentornato alla primavera
La poesia “Caro Marzo” celebra un momento ben preciso dell’anno: quello della fine dell’inverno e del ritorno della primavera. Il mese di esordio della bella stagione è visto, allora, come un caro amico da accogliere con familiarità e gioia. Il suo arrivo viene presentato come improvviso e impetuoso e la natura, a cui vengono attribuite le sensazioni umane, non può che mostrarsi sorpresa.
Il paesaggio si fa, quindi, specchio dei pensieri della poetessa. La felicità e il senso di eccitazione caratterizzano le prime due strofe, in cui il grigio dell’inverno viene sostituito dai vivaci colori. Aprile irrompe sulla scena nella terza strofa e senza pietà ricorda che ogni elemento della vita è passeggero, scacciando marzo indipendentemente dalle proteste di ambiente e scrittrice.
Significato della poesia “Caro Marzo”
In “Caro Marzo” la poesia diventa un mezzo per trasmettere molto di più di ciò che il puro significato delle parole utilizzate esprime. Guardando alla vita privata di Emily Dickinson, infatti, al mese di marzo sono stati nel tempo attribuiti un nome e un cognome. Esso sembra rappresentare Charles Wadsworth, reverendo per cui la poetessa avrebbe provato un’infatuazione probabilmente mai ricambiata.
Gli aceri che arrossiscono e gli uccelli che si sorprendono rappresentano, in quest’ottica, le reazioni ostiche della società. L’inverno si trasforma invece nell’incarnazione di quel Tempo in cui la scrittrice non si trovava a proprio agio e in cui provava solo un continuo senso di solitudine. Ogni elemento della natura diventa insomma un simbolo, perfetto per raccontare le emozioni umane. Aprile completa l’opera, troncando la relazione e lasciando dietro di se un velo di dolce nostalgia.
Nella poesia “Caro Marzo” Emily Dickinson intrattiene con il terzo mese dell’anno, e quindi con la natura, un colloquio del tutto informale. Il lessico immediato, per quanto carico di significato, e la metrica libera scelta fanno in modo che lo stile del componimento rifletta tale intento. Le emozioni forti sono evidenti in tutta la lirica.
