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Le più famose poesie sulla primavera

Le più famose poesie sulla primavera

Da Gabriele d’Annunzio a Paul Verlaine, ecco una selezione di alcune delle poesie più famose dedicate alla primavera

Da qualche giorno ormai è primavera, una delle stagioni più amate e celebrate da poeti e artisti. E quale miglior modo se non l’arte per raccontare le meraviglie di questa stagione? Da Gabriele d’Annuncio a Paul Verlaine, ecco alcune delle poesie più famose sulla primavera.

poesie primavera
@envatoelements

Le più famose poesie sulla primavera

“Consolazione” di Gabriele D’Annunzio

Non pianger più. Torna il diletto figlio
a la tua casa. È stanco di mentire.
Vieni; usciamo. Tempo è di rifiorire.
Troppo sei bianca: il volto è quasi un giglio.
Vieni; usciamo. Il giardino abbandonato
serba ancóra per noi qualche sentiero.
Ti dirò come sia dolce il mistero
che vela certe cose del passato.
Ancóra qualche rosa è ne’ rosai,
ancóra qualche timida erba odora.
Ne l’abbandono il caro luogo ancóra
sorriderà, se tu sorriderai.
Ti dirò come sia dolce il sorriso
di certe cose che l’oblìo afflisse.
Che proveresti tu se ti fiorisse
la terra sotto i piedi, all’improvviso?
Tanto accadrà, ben che non sia d’aprile.
Usciamo. Non coprirti il capo. È un lento
sol di settembre, e ancor non vedo argento.

“Eppure primavera è nell’aria” Oscar Wilde

Pieno inverno: il contadino vigoroso
Trasporta le fascine della legnaia gelida
e batte i piedi contro il focolare.
Sul fuoco che langue getta i ceppi freschi
e ride perché la vampata spaventa
i suoi bambini. Eppure, primavera è nell’aria.
Cinta di erba gioia, verde sorridente.
E avanti indietro per il campo va il seminatore
e dietro a lui ridendo un ragazzino spaventa i corvi
Rapaci, coi suoi strilli. Allora il castagno si veste
Splendidamente, e sull’erba si piega il fiore cremoso
In eccesso odoroso.

“Il biancospino” di Umberto Saba

Di marzo per la via
della fontana
la siepe s’è svegliata
tutta bianca,
ma non è neve,
quella: è biancospino
tremulo ai primi
soffi del mattino.

“Piogge di primavera” di Gustave Flaubert

Mentre cammini, una nuvola si apre
all’improvviso, viene giù acqua.
La pioggia, però, finisce quasi subito.
Allora, camminando sul selciato
della città, si vedono le strade scintillare
sotto il sole.

“Primavera” di Boris Pasternak

Primavera, io vengo dalla via, dove il pioppo è stupito,
dove la lontananza sbigottisce, dove la casa teme di crollare,
dove l’aria è azzurra come il fagottino della biancheria
di colui che è dimesso dall’ospedale!
Dove la sera è vuota come un racconto interrotto,
lasciato da una stella senza continuazione
per rendere perplessi mille occhi tumultuosi,
insondabili e privi di espressione.

“Ascolta la natura” di Tiziano Terzani

Guarda la natura da questo prato,
guardala bene e ascoltala.
Là, il cuculo;
negli alberi tanti uccellini
– chi sa chi sono? –
coi loro gridi e il loro pigolio,
i grilli nell’erba,
il vento che passa tra le foglie.
Un grande concerto che vive di vita sua,
completamente indifferente,
distaccato da quel che mi succede,
dalla morte che aspetto.
Le formicole continuano a camminare,
gli uccelli cantano al loro Dio,
il vento soffia

“Una luce c’è in primavera” di Emily Dickinson

Una luce c’è in primavera
non presente nel resto dell’anno
in qualsiasi altra stagione –
Quando marzo è appena arrivato
un colore appare fuori
sui campi solitari
che la scienza non può sorpassare
ma la natura umana sente.
Indugia sopra il prato,
delinea l’albero più lontano
sul più lontano pendio che tu sappia
quasi sembra parlarti.
Poi come orizzonti arretrano
o il mezzogiorno trascorre,
senza formula di suono
esso passa e noi restiamo –
e una qualità di perdita
tocca il nostro sentimento
come se a un tratto il guadagno
profanasse un sacramento.

“Mi adagio nel mattino di primavera” di Sandro Penna

Mi adagio nel mattino di primavera.
Sento
nascere in me scomposte
aurore. Io non so più
se muoio oppure nasco.

“I gatti lo sapranno” di Cesare Pavese

Ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati,
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
Ancora la brezza e l’alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo,
quando tu rientrerai.
Tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno.
Ci saranno altri giorni,
ci saranno altre voci.
Sorriderai da sola.
I gatti lo sapranno.
Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.
Farai gesti anche tu.
Risponderai parole −
viso di primavera,
farai gesti anche tu.
I gatti lo sapranno,
viso di primavera;
e la pioggia leggera,
l’alba color giacinto,
che dilaniano il cuore
di chi piú non ti spera,
sono il triste sorriso
che sorridi da sola.
Ci saranno altri giorni,
altre voci e risvegli.
Soffriremo nell’alba,
viso di primavera.

“Fiori di primavera” di Paul Verlaine

Se qualcuno chiede
quale sia l’anima del Giappone:
è un fiore di ciliegio
che profuma il sole che si leva.
Ad una bimba che cercava violette
chiesi d’un campo di fiori:
senza parlare m’indicò col fiore
il volo d’una farfalla.
Il giorno primaverile
è pieno di luce, chiaro, giocando…
Ma i fiori di ciliegio
ruban tutta la luce del sole.

Tra queste poesie dedicate alla primavera, qual è la vostra preferita?


Cristina Morgese
Cristina Morgese
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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