Euro

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Conoscere quali sono le<strong> farine senza glutine</strong> può essere molto utile per coloro che seguono un regime alimentare <strong><em>gluten free</em></strong>. È bene premettere che in commercio esistono diverse farine rese senza glutine da particolari selezioni e lavorazioni specifiche, piuttosto nota quella d’avena, ma non mancano anche quelle ricavata da ingredienti naturalmente senza glutine. Conoscere quest’ultimi può essere molto utile anche per preparasi la farina in casa da sé, <strong>limitando così il rischio di contaminazioni</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Le farine senza glutine</h2> <p>In natura esistono diversi ingredienti da cui si possono ricavare direttamente delle ottime <strong>farine senza glutine</strong>. Basta conoscerli e lasciare libera la fantasia per ricette adatte a tutti i gusti. Ecco quali sono:</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Esistono anche delle varietà di farine senza glutine particolarmente adatte alla preparazione di dolci, per non farsi mancare proprio niente:</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Tutte queste farine senza glutine sono delle perfette soluzioni per una cucina gluten free gustosa e salutare. Delle alternative di qualità da prepararsi anche a casa, per preparare ottimi prodotti da forno o ricette, sia dolci che salate, evitando così i rischi di contaminazione. Buon appetito!</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <ul> <li>Farina di <strong>miglio</strong></li> <li>Farina di <strong>quinoa</strong></li> <li>Farina di <strong>sorgo</strong></li> <li>Farina di <strong>teff bianco o rosso</strong></li> <li>Farina di <strong>ceci</strong></li> <li>Farina di <strong>piselli</strong></li> <li>Farina di <strong>lenticchie</strong></li> <li>Farina di <strong>chia</strong></li> <li>Farina di <strong>canapa</strong></li> <li>Farina di <strong>caffè</strong></li> <li>Farina di<strong> grano saraceno</strong></li> </ul> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <ul> <li>Farina di <strong>riso integrale</strong></li> <li>Farina di <strong>riso bianco</strong></li> <li>Farina di<strong> fave</strong></li> <li>Farina di <strong>fagioli</strong></li> <li>Farina di<strong> amaranto</strong></li> <li>Farina di <strong>patate</strong></li> <li>Farina di <strong>soia</strong></li> <li>Farina<strong> tapioca</strong> o di <strong>manioca</strong></li> <li>Farina <strong>arrowroot</strong> o <strong>fecola di maranta</strong></li> <li>Farina di <strong>mais</strong></li> </ul> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <ul> <li>Farina di <strong>cocco</strong></li> <li>Farina di<strong> castagne</strong></li> <li>Farina di <strong>mandorle</strong></li> </ul> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <ul> <li>Farina di <strong>riso</strong></li> <li>Farina di<strong> carrube</strong></li> <li>Farina di <strong>banana</strong></li> </ul> </div> 

farine-senza-glutine-dolci

Esistono molte farine senza glutine non ricavate da lavorazioni o trattamenti, ma da ingredienti naturalmente gluten free. Ecco quali sono.

Quali sono le farine senza glutine

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Tra <strong>le cause della celiachia</strong> potrebbero esserci anche alcuni <strong>additivi alimentari</strong>. È quanto suggerisce una nuova ricerca dell’<strong>Aesku.Kipp Institute</strong> in Germania pubblicata sulla rivista scientifica<em> Frontiers in Pediatrics</em>. Secondo i dati raccolti dai ricercatori additivi come la<strong> transglutaminasi microbica</strong> potrebbero essere tra cause dell’insorgere della malattia. La transglutaminasi microbica è utilizzata in diversi processi industriali per la produzione di <strong>prodotti da forno ma anche insaccati e formaggi</strong>. I ricercatori hanno chiesto che una speciale etichetta venga utilizzata sui cibi che la contengono in attesa di ulteriori ricerche.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Additivi tra le possibili cause della celiachia</h2> <p>Col crescere del numero di celiaci e in conseguenza col crescere di <strong>diete e prodotti </strong><a title="Leggi altro sul gluten free" href="https://www.innaturale.com/tag/gluten-free/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">gluten-free</a>, il settore è diventato di particolare interesse per la ricerca scientifica determinata ad inviduare esattamente quali possano essere le cause di una crescita così ampia del fenomeno. Oggi <strong>quasi una persona su 100</strong> nel mondo occidentale soffre di questa malattia. Nella celiachia il sistema immunitario vede le proteine di grano e orzo come agenti patogeni e per combatterli finisce per causare al malato enormi problemi quando queste sostanze entrano nel corpo.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>La transglutaminasi microbica è particolarmente amata dai produttori alimentari per la sua capacità di legare assieme le proteine. Questo consente al cibo non soltanto una maggiore durata e quindi <strong>una vita più lunga sugli scaffali</strong> dei supermercati ma, anche una <strong>migliore consistenza e un gusto più fragrante</strong>. Secondo i dati raccolti dai ricercatori tedeschi<strong> esisterebbe una correlazione</strong> tra l’incremento dell’utilizzo della transglutaminasi microbica negli alimenti e il crescere in parallelo dei nuovi casi di celiachia.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Serve una etichetta per la tansglutaminasi</h2> <p>La transglutaminasi esiste già nel nostro intestino in piccole quantità, sufficienti al nostro corpo per non interferire con la digestione o la nostra capacità di assorbire nutrienti. Eppure, secondo la ricerca, fattori esterni come la <strong>presenza di enzimi aggiunti nel cibo confezionato</strong> potrebbero accrescere il problema e, con probabilità, contribuire all’insorgere o all’acuirsi della celiachia.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Al momento i ricercatori hanno solo messo in relazione i due fenomeni ma <strong>sono ancora incerti sulle reali cause</strong>. Per verificare effettivamente se questo enzima è tra le motivazioni che portano all’insorgere della celiachia <strong>saranno necessari ulteriori studi</strong> mirati su animali e modelli in laboratorio. In attesa di confermare le nuove ipotesi, a chi soffre di celiachia non resta che continuare a seguire una dieta gluten-free. Quello che i ricercatori raccomandano tuttavia è <strong>l’adozione di un sistema di etichettatura</strong> che mostri con chiarezza quali cibi contendono transglutaminasi microbica. In questo modo i consumatori potranno <strong>compiere una scelta consapevole</strong> al supermercato.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p><span style="color: #808080;"><em>Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.</em></span></p> </div> 

Celiachia additivi alimentari sotto indagine 

Celiachia-additivi-alimentari-sotto-indagine

Secondo una nuova ricerca tedesca tra le possibili cause della celiachia ci sono anche additivi alimentari che si legano al glutine.

Gli additivi alimentari possono causare la celiachia?

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Proprio a causa di questo cambiamento, diversi partecipanti alla ricerca hanno mostrato un <strong>minore gonfiore di stomaco mangiando prodotti senza glutine</strong> rispetto a coloro che avevano mantenuto una dieta normale. Per i ricercatori la nuova conformazione della flora batterica intestinale <strong>produce meno gas</strong>, aiutando quindi a ridurre la spiacevole sensazione.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Pane integrale per ridurre le infiammazioni</h2> <p>L’altra parte dello studio ha invece voluto verificare gli effetti di un consumo elevato di <strong>prodotti integrali</strong>. In questo caso, quando le persone hanno sostituto prodotti tradizionali con prodotti integrali, <strong>gli indici dei livelli di infiammazione del corpo sono scesi nel tempo</strong>. Rispetto ad una dieta ricca di prodotti privi di glutine, in questo caso la composizione della flora batterica intestinale non è cambiata in modo significativo.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Gli scienziati sono convinti che i <strong>batteri del nostro intestino possano dirci cosa mangiare</strong>, e le prove a sostegno di questa tesi diventano di anno in anno più forti. Grazie all’utilizzo di un particolare insetto, la <strong><em>Drosophila melanogaster</em></strong>, conosciuta comunemente come moscerino della frutta, un team di <strong>neuroscienziati</strong> ha potuto indagare sul <strong>rapporto tra</strong> <strong>batteri, cervello e dieta</strong>. I risultati sono stati sorprendenti nonostante il metabolismo dei moscerini sia estremamente più semplice del nostro, e ha portato i neuroscienziati a teorizzare un nuovo meccanismo di interazione a noi finora sconosciuto.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Batteri nell'intestino e dieta</h2> <p>La domanda a cui gli esperti stanno cercando di dare risposta è questa: <strong>come fanno i batteri a dirci cosa mangiare?</strong> Per arrivarci però si è dovuti partire dal principio. Ad un gruppo di moscerini della frutta sono stati eliminati dalla dieta alcuni amminoacidi, fattore che ha indotto gli insetti a<strong> cercare alimenti più ricchi di proteine</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Forti di questo dato gli scienziati hanno cominciato a lavorare con i batteri che popolano l’intestino dei moscerini della frutta selvatici, scoprendo alcuni fatti interessanti: <strong>2 specie di batteri in particolare, una volta popolato il sistema digerente degli insetti, ha totalmente eliminato il loro istinto a cercare alimenti proteici</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>I batteri aiutano la nostra dieta?</h2> <p>Da questa osservazione gli scienziati hanno dedotto che, in un ambiente sfavorevole dal punto di vista nutrizionale, i moscerini con la giusta popolazione di batteri erano avvantaggiati: in altri termini, sembrava in un primo momento che i microrganismi fossero in grado, con il loro proprio metabolismo, di <strong>compensare le carenze nutrizionali della dieta</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Il problema è capire se sia veramente così. Non è chiaro infatti come facciano i batteri ad indurre <strong>cambiamenti nei desideri alimentari degli insetti</strong>. Gli esperimenti condotti dai neuroscienziati propendono per una risposta più complicata: in qualche modo i batteri agiscono sul metabolismo degli insetti e <strong>lo inducono a credere di essere sazio di proteine</strong>, cambiando i comportamenti dell’insetto.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Il problema di questa teoria è che presuppone un meccanismo di azione che gli scienziati non avevano ancora ipotizzato, almeno finora. Ora non rimane altro che valutare se gli stessi effetti si riscontrano in <strong>organismi più complessi</strong>, in cui coesistono centinaia di specie di batteri. Un giorno forse questa branca di ricerche sarà la chiave per risolvere il problema dell’<strong>obesità</strong>.</p> </div> 

batteri-aiutano-dieta

Sempre meno dubbi: i batteri dell’intestino riescono a dirci cosa mangiare, e i neuroscienziati sono riusciti ad osservare come comunicano con il cervello.

I batteri dell'intestino ci dicono cosa mangiare

 <div class="wpb_wrapper"> <p><span style="color: #808080;"><em>Fonte: Technical University of Denmark</em></span></p> </div> 

alimenti senza glutine gonfiore di stomaco

alimenti-senza-glutine-gonfiore-di-stomaco

Intolleranze e allergie

Per combattere il gonfiore di stomaco meglio alimenti senza glutine. Un gruppo di università danesi ha messo in luce gli effetti sul corpo di cibi integrali e gluten-free. 

Il gluten free ridurrebbe il gonfiore, lo dice uno studio danese

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