Pianta di Carrubo, dal frutto alla simbologia: tutto ciò che c’è da sapere

Spontanea nel bacino mediterraneo, la pianta di carrubo è un albero sempreverde, secolare, molto rustico e per nulla esigente. Si adatta a terreni anche estremamente poveri e resiste alla siccità e alle temperature molto elevate. La pianta produce un frutto commestibile, la carruba, simile per aspetto al baccello di un fagiolo, che un tempo era alimento naturalmente integrato nella dieta umana e animale di questi territori.
Nell’elenco di quei frutti antichi ormai quasi dimenticati, oggi la coltivazione del carrubo conosce un nuovo, ritrovato interesse di fronte alle prospettive del cambiamento climatico.

Che pianta è il carrubo
Il carrubo, nome scientifico Ceratonia Siliqua, è una pianta da frutto tipica del bacino mediterraneo che al sud Italia cresce in prevalenza spontanea. Importata dai fenici oltre 3mila anni fa, qui ha trovato terreno e clima adatti a prosperare.
Il carrubo, infatti, non teme terreni poveri, aridi e assolati. Resiste a temperature anche molto elevate e necessita di pochissima acqua. Proprio per questo è considerata una pianta sostenitrice di biodiversità e vantaggiosa per l’agricoltura locale. E non a caso, per lungo tempo il carrubo è stato piantato in queste regioni anche a scopo alimentare, coprendo le necessità nutrizionali di umani e bestiame.
Coltivare le carrube
Oggi la produzione mondiale di carrube si attesta intorno alle 315mila tonnellate annue. Il suo impiego è prevalentemente quello alimentare, ma si conosce anche una cospicua lista di impieghi e utilizzi alternativi.
Il suo legno, in particolare, è estremamente resistente e adatto alla produzione di utensili e macchinari soggetti a usura. I suoi semi erano impiegati per fabbricare monili e corone di rosario e sono stati anche utilizzati come unità di peso in gioielleria. Ogni seme, infatti, corrisponde a quello che indichiamo come carato.
Da sapere. La pianta di carrubo è una specie dioica, esistono cioè il carrubo femmina e il carrubo maschio, come nel caso del pistacchio. Sono pochissime, invece, le varietà ermafrodita.
Come si mangia il frutto del carrubo
Intanto, è bene sapere che delle carrube al naturale si mangia solo la polpa. Questa ha un sapore dolciastro, molto simile a quello del cacao. E infatti, durante la Seconda guerra mondiale in Italia veniva utilizzato proprio come suo sostituto. Allo scopo si utilizzano i baccelli delle carrube, separate dai suoi semi, dai quali si ottiene una fine farina.
Anche i semi della pianta, però, sono importantissimi. L’industria alimentare ne produce un addensante, disponibile anche come sciroppo, largamente utilizzato in pasticceria, in gelateria, nell’industria pastiera e conserviera. Funziona come addensante alimentare, emulsionante, gelificante e stabilizzante. Sono inoltre ricchissimi di nutrienti e più che uno scarto andrebbero considerati un bene prezioso. Ancora, le foglie sono ottime per la preparazione di tisane e infusi salutari.
