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Come coltivare il fico d'india in vaso e giardino

Come coltivare il fico d'india in vaso e giardino

È una pianta succulenta, resistente e di facile propagazione che produce frutti molto prelibati, ecco come coltivare il fico d’India

Il fico indiano è una specie succulenta, resistente e di facile propagazione. È considerato una pianta “pioniera” perché capace di crescere in terreni anche molto poveri e dove altre specie non potrebbero sopravvivere. Va da se che coltivare il fico d’India, sia esso in vaso o in giardino, non è un’operazione particolarmente complessa. Vediamo allora cosa c’è da sapere su questa coltura, come prendersene cura e quali sono le caratteristiche dei suoi frutti spinosi ma decisamente prelibati.

coltivare il fico d'india
@envatoelements

Caratteristiche del fico indiano

Il fico d’India, nome scientifico Opuntia Ficus Indica, è una pianta succulenta, appartenente alla famiglia delle Cactaceae. A dispetto del suo nome, questa specie non ha origini indiane, bensì messicane. E non ha nulla in comune, se non il nome, con il Ficus carica o fico comune, cioè il più tradizionale albero di fico.

Grazie alla sua straordinaria capacità di propagazione, dal Messico il fico d’India si è diffuso e adattato rapidamente in tutto il bacino Mediterraneo. In regioni costiere come Sicilia, Calabria e Puglia ormai cresce spontaneo e ne ha visibilmente caratterizzato il paesaggio. Qui viene anche coltivato e sfruttato come pianta da reddito.

Varietà e frutti del fico d’India

Il fico d’India produce frutti commestibili, dolci e prelibati. Forse un po’ insidiosi da magiare, per via delle tante piccole spine che lo ricoprono, ma anche molto salutari e ricercati.

Questi nascono sulla pala della pianta, ove cresce il fiore che si evolve in bacca, inizialmente di colore verde. Il frutto diventerà bianco, giallo/arancio o rosso a maturazione.

La differenza di colore del frutto chiaramente rispecchia la varietà colturale della pianta. I fichi più chiari, di colore giallo/arancio, sono tipici della varietà sulfarina. Il rosso/porpora è della varietà sanguigna, mentre il fico bianco, considerato il più pregiato, è detto della muscaredda.

Ci sono anche varietà di fico d’India senza spine, con frutti più semplici da mangiare e che proprio per questo godono di grande interesse sul mercato. Si tratta però di varietà selezionate allo scopo, impossibili da trovare allo stato selvatico.

Curare e coltivare il fico d’India, cosa sapere

Il fico d’India è una pianta rustica quindi considerata facile da coltivare. Si adatta bene a diverse condizioni ambientali e a ogni tipo di terreno, anche quando molto arido o argilloso. Affinché la pianta sia produttiva, però, sono necessarie piccolo accortezze che ne aiuteranno la fruttificazione.

In generale, la moltiplicazione della pianta può avvenire per seme o per talea, il modo più semplice. La pala si impianta direttamente nel terreno, durante la primavera, a una profondità che sia di circa la metà rispetto alla sua lunghezza. Questo vale per la coltivazione in vaso ma anche in terra libera. Periodicamente assicuratevi di eliminare le pale deformate, danneggiate o quelle troppo vicine tra loro per garantire una perfetta aerazione.

Piantare il fico d’india in terra

Se si sceglie di piantare in terreno libero ricorda di procedere a zappature profonde, per scongiurare temuti ristagni d’acqua, e puliture frequenti per eliminare le piante infestanti prossime alla coltura.

Piantare il fico d’India in vaso

Se si coltiva il fico d’India in vaso bisogna comunque garantire un buon drenaggio dell’acqua. Quindi preparate il contenitore con un terriccio adatto alle succulente, utilizzate dell’argilla espansa sul fondo e sistemate la pianta in un luogo luminoso e arieggiato. Man mano che la pianta cresce effettuate rinvasi in modo da favorire lo sviluppo radicale del Fico.

In entrambi i casi, ricordate di innaffiare il fico d’India una volta a settimana. In condizioni ottimali, la pianta comincerà a produrre frutti dopo due/tre anni dalla messa a dimora.


Elza Coculo
Elza Coculo
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Giornalista pubblicista, in continua formazione per attitudine, mi piace scrivere di tematiche ambientali, sostenibilità e innovazione. Attenta al presente, curiosa per il futuro, sono un’ottimista, convinta che l’unica cosa che ci renda migliori sia la volontà di migliorarsi.
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Giornalista pubblicista, in continua formazione per attitudine, mi piace scrivere di tematiche ambientali, sostenibilità e innovazione. Attenta al presente, curiosa per il futuro, sono un’ottimista, convinta che l’unica cosa che ci renda migliori sia la volontà di migliorarsi.
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