Per distinguere l'astice dall'aragosta bisogna guardare alla differenza di colore, aspetto, dimensione e cotture ideali fra i due crostacei.
Astice e aragosta possono fare da re della tavola, ma capire la differenza tra i due non è semplice. In realtà i due crostacei appartengono a specie ben distinte e guardando a colore, dimensioni e chele non fare confusione diventa più semplice. Conoscere bene le materie prime aiuta, per altro, a cucinarle nella maniera migliore e a sfruttarle per le ricette più adatte.
Differenza tra astice e aragosta: colore, dimensioni e chele
La differenza tra astice e aragosta risiede, in primis, nel fatto che si tratta di due animali ben distinti. Il primo non è, dunque, il maschio della seconda, come a volte erroneamente si pensa. L’astice appartiene agli astacidei. Presenta un carapace liscio, ma i suoi arti sono dotati di chele. Queste sono indispensabili per la cattura di prede.
Il colore varia a seconda delle specie. Per l’astice del Nord America tende al bruno, mentre per quello Europeo, più raro, assume anche sfumature di blu. L’aragosta tende, invece, all’arancione, è dotata di lunghe antenne e il suo carapace è coperto di spine. Entrambi i crostacei raggiungono i 20-40 cm di lunghezza e le aragoste possono arrivare a pesare persino 8 kg.
Differenza tra astice e aragosta: il sapore
La differenza tra astice e aragosta è riconoscibile anche in tavola. La polpa del primo crostaceo presenta, infatti, un sapore più deciso e risulta più elastica e fibrosa. Dal punto di vista nutrizionale essa è fonte di proteine fondamentali per l’organismo, oltre che di sali minerali e di omega 3.
È povera di calorie, ma apporta una significativa quantità di colesterolo. L’aragosta presenta una polpa dal sapore più dolce e delicato, altrettanto nutriente e ipocalorica, ma in grado di aggiungere alla nostra dieta meno colesterolo.
Differenza tra astice e aragosta: cottura e ricette
La differenza tra astice e aragosta si ripercuote anche sull’utilizzo dei prodotti in cucina. In entrambi i casi è fondamentale non esagerare con la cottura. Quando la polpa dei crostacei inizia a tendere al rosso significa che è il momento di toglierla dal fuoco. Le tecniche più diffuse sono bollitura, cottura al vapore e alla griglia. Nel primo caso sono necessari 20 minuti per ogni kg di peso. Per la griglia la fiamma non deve essere alta e il controllo sui tempi è ancora più tassativo.
Le carni di entrambi i prodotti possono, poi, essere servite in purezza e gustate con le mani per non contaminare il sapore con il metallo. È possibile, altrimenti, utilizzarle in gustose ricette. L’astice è perfetto per arricchire insalate o cucinato alla catalana. Il classico è, però, costituito dalle linguine condite con polpa del crostaceo e pomodoro. L’aragosta può essere accompagnata con salse che non devono, però, coprirne il sapore.
La differenza tra astice e aragosta sta anche nel prezzo. Il primo è considerato meno pregiato e presenta, quindi un costo più accessibile. È possibile, dunque, in genere acquistare il crostaceo per 45 € al chilogrammo circa. Per l’aragosta il valore sale a 100 € al kg. Con tale alimento è fondamentale scegliere animali che pesino meno di 2 kg, per avere la garanzia che si tratti di esemplari giovani. Le femmine sono, poi, più saporite.