Caldo, nelle notti roventi aumenta il rischio di ictus

Il caldo estremo può minare la salute umana in diversi modi e sembra persino in grado di aumentare il rischio di ictus. Uno studio pubblicato in European Heart Journal ha indagato sulla questione e ha mostrato che, quando le temperature notturne schizzano alle stelle, gli episodi sono più numerosi. Non è ancora il momento di parlare di causalità, ma gli scienziati sperano che le autorità prendano provvedimenti.

Caldo e rischio ictus: lo studio
A ribadire che potrebbe esistere una correlazione tra caldo eccessivo e aumento del rischio di ictus ci ha pensato un team di Università di Augusta e Helmholtz Munich. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 11.037 episodi di tali attacchi verificatisi nell’intervallo maggio-ottobre, tra 2006 e 2020, e registrati presso l’Ospedale Universitario di Augusta.
I pazienti avevano un’età media di 71 anni. Gli scienziati hanno, poi, raccolto le informazioni su temperatura, pressione atmosferica e umidità relativa riguardanti il periodo in esame. Ne è emerso che durante le notti tropicali, qui intese come quelle in cui la temperatura non è mai scesa al di sotto dei 14 °C, corrispondenti al 5% del totale, il rischio di ictus risultava del 7% più alto.
Come contribuisce il caldo all’insorgenza di ictus?
Gli scienziati non sono rimasti del tutto sorpresi dai dati relativi all’aumento del rischio di ictus correlato al caldo. Quando temperatura e umidità aumentano, infatti, l’organismo ha difficoltà a raffreddarsi e a finire sotto stress sono anche i vasi sanguigni. Questi faticano a dilatarsi e contrarsi come dovrebbero, quindi la pressione sanguigna è più incline ad alzarsi e i problemi di coagulazione si fanno più presenti.
Le ore di riposo diventano le più critiche. La disidratazione rappresenta un altro nemico importante e, quando si suda copiosamente, incorrere in tale condizione risulta tutt’altro che raro. In questo quadro, nel periodo 2006-2016 gli scienziati hanno rilevato un aumento degli episodi di ictus connesso alle notti tropicali di due all’anno. Nell’intervallo di tempo successivo, nel decennio che ha visto le colonnine di mercurio schizzare alle stelle, il valore ha toccato quota 33 casi extra annuali.
Caldo: cosa fare per ridurre il rischio di ictus?
Il caldo estremo sembra in grado di aumentare il rischio di insorgenza di ictus ma i ricercatori sottolineano che prendere alcune precauzioni è possibile. Bisogna, in primis, ricordare che a essere maggiormente in pericolo sono i soggetti che presentano una salute precaria, gli anziani e il genere femminile. Chi non ha accesso all’aria condizionata e vive in aree urbane, dove durante la notte la temperatura all’interno degli edifici si alza, deve prestare sempre attenzione.
Gli scienziati hanno, allora, specificato che combattere la disidratazione notturna bevendo copiose quantità di acqua prima del riposo, oltre che durante il giorno, rappresenta un ottimo primo passo. La stanza da letto dovrebbe, poi, rimanere arieggiata, perché anche l’aria calda aiuta a far evaporare il sudore e quindi il corpo a raffreddarsi. Docce e bagni freddi, insieme ad asciugamani umidi, diventano, infine, grandi alleati.
Gli scienziati sono consapevoli che il loro studio su caldo estremo e rischio di ictus rappresenta solo un punto di partenza. Il campione di pazienti analizzato risulta, infatti, troppo disomogeneo e la molteplicità di fattori che potrebbero aver influito sulle dinamiche impedisce di parlare di causalità. La speranza è, però, che le autorità prendano in considerazione i dati e agiscano di conseguenza, sia con adeguamenti relativi al personale sanitario sia con la messa a punto di opportuni piani di sviluppo urbano.
Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità.
