“L’albatros”, la bellissima poesia di Charles Baudelaire
“L’albatros” è una poesia di Charles Baudelaire, pubblicata nel 1859, nella prima parte della raccolta I Fiori del Male. Protagonista del componimento è un volatile che, nel corso del tempo, ha saputo affascinare diversi scrittori e i versi si trasformano presto in una dichiarazione d’intenti. L’animale diventa allora, un simbolo, un monito vivente di quanto l’umanità sappia essere crudele, nonché un alter ego della figura del poeta.
La poesia “L’albatros” di Charles Baudelaire
Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
indolenti compagni di viaggio delle navi
in lieve corsa sugli abissi amari.
L’hanno appena posato sulla tolda
e già il re dell’azzurro, maldestro e vergognoso,
pietosamente accanto a sé strascina
come fossero remi le grandi ali bianche.
Com’è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima così bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!
Il Poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, impediscono
che cammini le sue ali di gigante.
“L’albatros” di Charles Baudelaire: analisi e significato della poesia
Nella poesia “L’albatros” Charles Baudelaire ci catapulta in uno scenario ben definito. A fare da sfondo alle vicende è un paesaggio marittimo, tema da sempre caro allo scrittore francese. In questo contesto dei marinai catturano un albatros e lo deridono, come se non riuscissero a capirne la regalità. L’uccello, che raggiunge un’apertura alare di 3 metri, vola in maniera estremamente elegante ed è uno dei volatili più grandi al mondo.
Trattandosi di un animale raro esso viene spesso guardato con ammirazione ed è considerato un simbolo di maestosità, ma in questa poesia il quadro si capovolge. I marinai, e quindi l’umanità, si prendono gioco dell’albatros per pura crudeltà e si dimostrano incapaci di coglierne la bellezza. L’atteggiamento innocente del volatile fa da contrappunto e, almeno per un momento, eleva la natura ben al di sopra dell’uomo.
Cosa simboleggia l’albatros nella poesia di Charles Baudelaire?
L’albatros nella poesia di Charles Baudelaire è prima di tutto un simbolo. Esso rappresenta tanto il poeta stesso, quanto la figura dell’uomo artista in generale, che non può essere accettato dalla società. In un mondo in cui a dominare sono l’interesse e l’egoismo, infatti, la sensibilità del poeta viene guardata con sospetto e aria di sufficienza.
Egli è, dunque, condannato a sperimentare una condizione di isolamento tra persone pronte a giudicare, ma non a comprendere. Il modo di vivere dell’albatros si trasforma, però, anche in un paradigma da seguire e gli ultimi versi fanno da manifesto poetico e pragmatico.
Nella poesia “L’albatros” Charles Baudelaire offre una profonda riflessione. Egli aveva scritto in un altro componimento “Uomo libero, amerai sempre il mare” e tale affermazione trova in questi versi una nuova risonanza. I contrasti e la dualità tipici dell’esperienza umana, che sono al centro della prima parte de I Fiori del Male, emergono in tutta la loro cruda durezza e nella contrapposizione tra uomo e natura a uscirne vincitrice è di certo la seconda.
