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Verdure da agricoltura verticale, sono buone quanto quelle bio?

Verdure da agricoltura verticale, sono buone quanto quelle bio?

Nonostante lo scetticismo le verdure da agricoltura verticale sono buone quanto quelle biologiche, secondo un test condotto in Danimarca.

Insipide, pallide e artificiali: a leggere gli aggettivi utilizzati dai consumatori danesi per descrivere come considerano le verdure coltivate con l'agricoltura verticale non se ne ha un'impressione troppo positiva. Eppure sarebbe solo un pregiudizio secondo uno studio condotto dall’Università di Copenaghen volto proprio a verificare se le verdure da agricoltura verticale siano buone quanto quelle da agricoltura biologica, secondo il palato dei consumatori danesi. La sorpresa? Quando l’origine della verdura è stata nascosta, i prodotti da agricoltura verticale e i prodotti da agricoltura biologica hanno ricevuto  pressoché lo stesso gradimento, quanto al gusto.   

Verdure agricoltura verticale buone bio
@envatoelements

Cosa si intende per agricoltura verticale?

L’agricoltura verticale, o vertical farming come è nota in inglese, è un metodo innovativo di coltivazione degli ortaggi. Avviene prevalentemente in ambienti interni e, a differenza dell’agricoltura tradizionale in campo che si sviluppa in orizzontale, sfrutta in modo efficiente anche lo spazio verticale. Nell’agricoltura verticale infatti le colture crescono generalmente in apposite strutture a spazi sovrapposti e in un ambiente controllato che regola illuminazione, irrigazione e nutrienti. Il vantaggio dell’agricoltura verticale è di consentire la coltivazione di ortaggi freschi in poco spazio, risultando ideale per aree urbane o zone dalla superficie limitata dove il terreno è scarso o di scarsa qualità. 

Sono più buone le verdure bio o quelle da agricoltura verticale?

I ricercatori del Dipartimento di Scienza Alimentare dell’Università di Copenaghen hanno voluto far luce sui pregiudizi dei consumatori, chiedendo a 190 partecipanti di assaggiare alla cieca e valutare diversi ortaggi tra cui rucola, spinaci, germogli di pisello, basilico e prezzemolo, tutti prodotti da agricoltura biologica, e confrontarli con le stesse verdure coltivate mediante agricoltura verticale.

I risultati dello studio hanno mostrato come, ignorando l’origine dell’ortaggio, i soggetti del test abbiano gradito in modo pressoché uguale i prodotti coltivati verticalmente e quelli coltivati in modo biologico. Nel complesso, le verdure biologiche hanno superato di poco quelle coltivate con agricoltura verticale ma è stato un vero testa a testa. Pareggio assoluto, ad esempio, quando i partecipanti hanno valutato la rucola su una scala da 1 a 9 (dove 9 indica il miglior sapore), con entrambe le insalate che hanno ricevuto un punteggio di 6,6. Per i germogli di pisello addirittura in un test sono risultati più gustosi i germogli in coltura verticale. 

Vertical farming nel futuro dell’agricoltura europea

«Il 30% della superficie nell'Unione Europea è destinato a diventare una riserva protetta – spiega Michael Bom Frøst, tra i ricercatori che hanno condotto lo studio - in qualche modo, dobbiamo concentrare la produzione alimentare in meno spazio e l’agricoltura verticale potrebbe essere la risposta». 

Uno dei grandi vantaggi del vertical farming è proprio il risparmio di spazio. La possibilità di svilupparsi in verticale ed effettuare i raccolti più frequentemente rispetto alla coltivazione all'aperto consentirebbe in teoria di riportare più terreni allo stato naturale in accordo con le direttive europee. Inoltre, le serre e le strutture destinate all’agricoltura verticale possono essere costruite vicino o all’interno delle grandi città, consentendo un percorso più breve dal produttore al consumatore. A frenare la nuova tecnologia al momento, più che i pregiudizi sul sapore, sono gli elevati costi di investimento iniziali. 


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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