Biologico a km 0 in città: si moltiplicano le fattorie verticali
La nuova frontiera del biologico a km 0 in città
Se il biologico a km 0 è un’idea molto affascinante in teoria, all’atto pratico è molto complesso da realizzare. Lo spostamento delle persone dalle campagne alle città non si è mai fermato e non sono molti quelli che possono accedere ad un contadino. L’alternativa, per acquistare direttamente dai produttori, è muoversi indipendentemente verso campi e fattorie, ma questo significa consumare benzina in maniera non sempre efficiente.
Ecco allora che l’idroponica biologica - o bioponia - diventa molto interessante: l’applicazione di tecnologie innovative come
- Illuminazione efficiente a LED, che non scalda e consuma poca elettricità
- Perfezionamento delle soluzioni nutrizionali per i vegetali
- La gestione di alcune fasi del ciclo vitale delle piante attraverso robot
Si tratta di fattori che rendono l’idea del biologico a km 0 in città non sono realistica, ma in alcuni casi anche conveniente. Il tetto dei palazzi può essere un buon inizio, ma non è così efficiente dal punto di vista dello spazio utilizzato per verdure effettivamente prodotte.
Per questo motivo nascono sempre più fattorie verticali, soprattutto negli stati uniti, dove l’idroponica biologica è già una realtà. Negli altri paesi del mondo, però, l’idea della bioponia non è vista sempre di buon occhio: i critici sostengono che l’assenza di un vero e proprio terreno e la mancanza di luce naturale escludano la possibilità che ortaggi e frutta possano essere considerati biologici. Quale sarà la soluzione migliore per il nostro futuro?

Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.
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