Le origini del caffè leccese (o salentino)
Le vere origini del caffè leccese sono sconosciute, ma non mancano storie e leggende ad arricchirne la storia. Sono in molti a credere che il caffè con il ghiaccio sia un’invenzione pugliese (sarebbe bello!), ma in realtà le sue origini sono da ricercare in paesi come il Vietnam, il Cile, l’Australia, la Grecia e soprattutto la Spagna. È proprio da qui, agli albori del XVII secolo, che il caffè col ghiaccio arriva in terre salentine.
Si racconta infatti che il caffè col ghiaccio leccese abbia un antenato: il “Cafè del Tiempo”, tipico di Valencia, servito ancora rigorosamente con una fetta di arancia o limone. Alcuni documenti di inizio Ottocento dimostrano che questa discendenza è tutt’altro che fantasiosa e che anche a quel tempo, ad Otranto, il caffè caldo veniva servito con pezzi di ghiaccio e con una buccia di limone.
Storie e leggende del caffè leccese
Col passare degli anni la fetta di limone è scomparsa, così come è andato perduto il nome valenciano del caffè con ghiaccio, ma la bevanda ha attraversato il tempo per arrivare a noi così come la conosciamo. Rinfrescante, rigenerante e dal sapore unico: il gusto aspro del limone ha lasciato spazio al sapore dolce del latte di mandorla, utilizzato in sostituzione dello zucchero. Ma il caffè con ghiaccio come ha raggiunto la sua fama nel Salento?
Si racconta che il suo successo sia tutto merito di una famiglia di torrefattori salentini dal nome Quarta. A metà del Novecento, infatti, Antonio Quarta possedeva l’unico bar in città – l’Avio Bar che ancora oggi è una meta di pellegrinaggio a Lecce – che distribuiva il ghiaccio “picconato”. È nel suo bar che nasce l’idea di unire questo tipo di ghiaccio, più resistente rispetto a quello che abbiamo oggi, al caffè. Anche se il vero successo è grazie al latte di mandorla che non solo aggiunge quel pizzico di dolcezza in più, ma completa la bevanda rendendola riconoscibile in tutto il mondo.