Privazione del sonno, una notte basta per causare problemi

Che la privazione del sonno sia dannosa per la salute è noto ma ora la scienza avverte che gli effetti indesiderati non si presentano solo dopo lunghi periodi di veglia. Uno studio pubblicato in The Journal of Immunology ha infatti mostrato che una notte di insonnia totale è sufficiente per sottoporre a stress l’organismo e per innescare processi infiammatori pericolosi.

Privazione del sonno: gli effetti
La privazione del sonno, anche se breve, sembra collegata a reazioni impreviste del sistema immunitario, che coinvolgono soprattutto i monociti. Questi sono particolari tipi di globuli bianchi preposti alla prima difesa dell’organismo dagli agenti patogeni. Essi aumentano in presenza di infezioni o di stress fisico e migrano verso i tessuti dove è necessaria la loro azione. A subire le alterazioni maggiori sono due sottoclassi di questi ultimi: Monociti Intermedi e Monociti Non Classici.
Dei valori fuori norma in tali parametri fanno da marcatori di infiammazione generalizzata. Simili situazioni sono correlate allo sviluppo di patologie cardiovascolari, diabete, artrite e persino ansia, depressione e obesità. I meccanismi alla base della conclamata interazione tra sistema immunitario e sonno non sono ancora del tutto chiari.
Privazione del sonno: cause e conseguenze
A concentrarsi su quanto la breve privazione del sonno possa rivelarsi pericolosa ci ha pensato un team del Dasman Diabetes Institute. I ricercatori hanno sottoposto a dei test 276 soggetti con vari indici di massa corporea. Sono stati esclusi dal lavoro gli individui affetti da ipertensione, diabete e patologie cardiovascolari. Dopo un accurato monitoraggio della qualità del sonno proseguito per 4 notti le persone coinvolte nello studio sono state sottoposte a esami del sangue.
I risultati hanno, in primis, confermato che maggiore è la massa corporea, meno il riposo risulta di buona qualità. I soggetti obesi o in sovrappeso dormono, quindi peggio. Simili alterazioni si ripercuotono sulla composizione dei monociti, che appare, quindi, tanto legata ai dati relativi alla massa corporea quanto connessa alle caratteristiche del sonno.
L’esperimento sulla privazione del sonno
Per trovare informazioni più precise sulla privazione del sonno i ricercatori hanno sottoposto 5 partecipanti sani a un ulteriore test. Questi ultimi hanno passato una notte svegli e su di essi sono stati poi eseguiti gli esami del sangue per la conta dei monociti. La composizione dei campioni è risultata anomala e le alterazioni rilevate si sono dimostrate compatibili con quelle registrate nelle persone sovrappeso.
Per riportare le analisi alla norma sono apparsi sufficienti due giorni di sonno corretto. Al momento è possibile parlare solo di correlazione e non di rapporto causa effetto ma i ricercatori si dicono comunque preoccupati. Nella società di oggi infatti utilizzo di dispositivi elettronici, ritmi di lavoro frenetici e cambiamenti nelle relazioni sociali rappresentano una minaccia per i corretti cicli sonno veglia.
Le conseguenze della privazione del sonno non sono trascurabili. Comprenderle rappresenta anzi una sfida cruciale per la salute pubblica. Gli autori sperano che il nuovo studio funga in quest’ottica da risorsa per le autorità competenti. L’obiettivo dovrebbe essere secondo loro migliorare la consapevolezza generale sulla questione, spesso sottovalutata, anche attraverso la diffusione di una corretta informazione. Un approfondimento della ricerca appare d’obbligo.
Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.
