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Ondate di calore: il 2023 sarà l’anno dei record

Ondate di calore: il 2023 sarà l’anno dei record

Secondo le previsioni il 2023 sarà l’anno del ritorno di El Nino e le ondate di calore minacciano di rendere rovente il pianeta

Il cambiamento climatico sta trasformando il pianeta in una fornace e secondo le previsioni il 2023 potrebbe essere l’anno delle ondate di calore senza precedenti. Gli scienziati prevedono, infatti, il ritorno di El Nino e il timore è che il fenomeno finisca per amplificare l’impatto del riscaldamento globale. Le conseguenze potrebbero rivelarsi devastanti e le autorità sono chiamate ad agire di conseguenza.

ondate di calore 2023
Foto: Gerd Altmann @Pixabay

Un 2023 di ondate di calore

A sottolineare che il 2023 potrebbe essere l’anno delle ondate di calore da record ci hanno pensato delle recenti indagini condotte dal Met Office. Gli scienziati hanno mostrato che, dopo tre anni che hanno visto l’anomalo susseguirsi di eventi de La Nina, il momento della fine del ciclo è arrivato. Ciò significa dover dire addio a un fenomeno che favorisce un generale abbassamento delle temperature, per accogliere, invece, la sua controparte, che alimenta il riscaldamento globale.

Considerando che il 2022 si è classificato nella top 5 degli anni più caldi di sempre, le prospettive aperte dalle previsioni preoccupano gli esperti. Le conseguenze del ritorno de El Nino saranno avvertite anche maggiormente nel 2024, quando la tendenza all’aumento di temperatura avrà avuto il tempo sufficiente per consolidarsi.

El Nino, La Nina e clima

Gli scienziati hanno mostrato che a rendere il 2023 un anno da record per le ondate di calore contribuirà in modo decisivo il ritorno di El Nino. Questo fenomeno rappresenta una parte del ciclo che gli studiosi chiamano El Niño-Southern Oscillation (ENSO), che interessa l’Oceano Pacifico Tropicale. Quando si verificano eventi di El Nino, le acque superficiali nei pressi delle coste Sudamericane si scaldano e la loro temperatura aumenta anche di 3 °C. Se a dominare è La Nina succede, invece, l’opposto. I diversi cicli hanno una durata variabile che va dai 18 mesi ai 7 anni e possono essere intervallati da periodi neutri. La quantità di calore immagazzinato dagli oceani influenza in modo profondo il clima, dando nuova linfa, in caso di eccessi, ai fenomeni meteo estremi.

Un futuro allarmante

Le preoccupazioni per le ondate di calore roventi che nel 2023 potrebbero colpire il pianeta sono consistenti. Il prossimo ritorno di El Nino potrebbe, infatti, portare per la prima volta a un aumento di temperatura globale di 1.5 °C. Tale valore rappresenta purtroppo una soglia critica e le probabilità che essa venga raggiunta entro i prossimi 5 anni sono ormai del 50%.

Gli esperti sperano che le previsioni rappresentino per le autorità una spinta all’allerta e che i governi mettano a punto sistemi di emergenza e di prevenzione adeguati. Le posizioni su quanto gli eventi de El Nino influiranno sul clima globale sono, però, diverse anche all’interno della comunità scientifica e per chiarire i dubbi saranno necessari tempo e ulteriori ricerche.

I fattori che fanno presagire che le ondate di calore nel 2023 non daranno tregua sono diverse. Le analisi condotte finora fissano le probabilità che El Nino ritorni entro il trimestre agosto-ottobre al 66%. Il 2016, anno classificato come il più caldo mai registrato, era stato caratterizzato proprio da tale fenomeno. La continua immissione di gas serra in atmosfera ha, nel frattempo, aggravato il quadro.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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