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Non è vero che la pizza fa male

Non è vero che la pizza fa male

In una recente intervista la nutrizionista Chiara Manzi ha spiegato come un certo tipo di pizza faccia male alla salute. Ma non tutte le pizze sono uguali.

Non è vero che tutta la pizza fa male, anzi, fa anche bene. La nutrizionista Chiara Manzi ci ha raccontato dal punto di vista dell'alimentazione quali sono i 4 problemi che si riscontrano fin troppo spesso nella pizza di tutti i giorni: troppo sale, troppe bruciature, troppe calorie e un indice glicemico troppo elevato. Non si deve smettere di mangiare pizza, ma dobbiamo pretendere di mangiarla al meglio.

Quali pizze fanno male?

Diciamolo subito, «la pizza ha tanti aspetti positivi», ci tiene a precisare Chiara Manzi. Dal punto di vista nutrizionale ci sono i cereali, che sono alla base della nostra dieta, c’è il pomodoro, l’olio d’oliva, tutti prodotti che fanno bene alla salute. Detto questo però quando si tratta di pizza bisogna sottolineare che ci sono 4 limiti anche gravi che questo piatto si trova spesso ad avere:

1. Troppo sale nella pizza

Si mette troppo sale nell’impasto, dice Chiara Manzi, anche 40 g di sale per un chilo di farina. Questo vuol dire che in una pizza si può trovare la quantità di sale consigliata per l’intera giornata. Lo si utilizza così tanto perché aiuta a dare sapore al mix di acqua e farina, aiutando anche a stendere meglio l'impasto rendendolo più elastico, una soluzione perfetta per chi deve fare pizze molto velocemente.

2. Troppe bruciature sulla pizza

Le bruciature della pizza sono in realtà pericolose per la salute, anche se ad alcuni piacciano particolarmente: «l’acrillamide - un composto che si forma quando si brucia un alimento - è un potenziale cancerogeno» ha spiegato la nutrizionista, che si forma nei prodotti a base di cereali o patate che vengono appunto bruciati. Nella pizza risulta particolarmente pericolosa, eppure ci sono chef che hanno imparato a sfruttare a proprio vantaggio questa tecnica.

3. Indice glicemico troppo elevato della pizza

Quante volte avete associato l’altissima digeribilità di un impasto ad una qualità particolarmente ricercata nella pizza? Ebbene, la nutrizionista Chiara Manzi sostiene che per un prodotto avere un indice glicemico troppo elevato può essere un problema, al punto da poter interferire con la quantità di insulina nel nostro sangue. Tanto più se si pensa al numero sempre maggiore di diabetici che si contano nel nostro paese. Quindi maggiori lievitazioni e alta digeribilità non sono aspetti per forza positiva, visto che rendono i carboidrati molto più disponibili, secondo la nutrizionista.

4. Troppe calorie nella pizza

«Per come vengono condite le pizze oggi si rischia di assumere più della metà delle nostre calorie giornaliere con una singola pizza» spiega Chiara Manzi. Giri d’olio a crudo, grandi quantità di ingredienti anche grassi a sormontarla: alla fine si pensa più al gusto che alla leggerezza del piatto.

Fare una pizza che fa bene

«Io amo la pizza, la consiglierei ogni giorno, ma va fatta bene» conclude Chiara Manzi. Ci sono alcune pratiche che è fondamentale seguire per poter mangiare una pizza che fa bene. Spesso, secondo la nutrizionista, le diete falliscono perché è difficile rinunciare ad un piatto che amiamo. Molto meglio pensarlo da zero affinché faccia bene, modificando alcuni ingredienti o introducendo nuove tecniche per rendere un piatto più salutare. Nel caso della pizza, per esempio, bisognerebbe concentrarsi su questi trucchi:

1. Utilizzare meno sale nella pizza

Si può tranquillamente fare un impasto impiegando molto meno sale di quanto si faccia ora normalmente. Certo ci si dovrà aspettare un risultato un po’ meno saporito, ma sono aspetti che si possono risolvere con la scelta di un mix di cereali gustosi e del condimento giusto. Senza contare che il nostro palato si possa abituare velocemente a percepire meglio il sale, una volta che le dosi diminuiscono.

2. Usare bene il forno per la pizza

Se si imparasse ad utilizzare bene il forno, ha spiegato la nutrizionista, si eviterebbero le bruciature, per esempio limitando al minimo gli spostamenti della pizza quando questa è vicino al fuoco. Il alternativa si può optare per forni diversi concepiti per trattare al meglio questo piatto in fase di cottura, senza che si formino bruciature alla base.

3. Ingredienti alternativi per l’impasto della pizza

L’impasto si può fare con particolari selezioni di cereali. Si riesce così ad ottenere delle combinazioni che reggono lunghe lievitazioni ma conservano un buon tenore di fibre, impedendo picchi troppo rapidi di glucosio nel sangue.

4. Limitare le calorie

Già utilizzando un impasto più «studiato» si limitano le calorie che può avere una pizza, ma la vera differenza, sotto questo aspetto, la si vede cambiando il condimento: diminuire l’olio, usare mozzarella light, non esagerare con ingredienti extra grassi sono tutti consigli che da la nutrizionista per fare una pizza che fa bene.

Insomma, possiamo essere certi che Chiara Manzi non odia la pizza, anzi, forse è vero il contrario: se davvero si ama un piatto bisogna essere consapevoli di tutte le sue sfumature, così, se si vuole, lo si può mangiare addirittura più spesso di prima.

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.


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Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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