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Microplastiche, ormai sono anche nel cervello umano

Microplastiche, ormai sono anche nel cervello umano

Nel cervello umano ci sono microplastiche sufficienti a riempire un cucchiaino ma non è chiaro quale sia il loro impatto sulla salute.

Le microplastiche sono ormai onnipresenti e sono arrivate a colonizzare persino il cervello umano. A certificarlo ci ha pensato uno studio pubblicato in Nature Medicine, secondo cui il crescere dei livelli di inquinamento si traduce in un accumulo di particelle sempre più consistente all’interno dell’organismo. L’impatto delle microplastiche sulla salute non è ancora chiaro, ma la situazione desta le preoccupazioni degli scienziati.

Microplastiche, ormai sono anche nel cervello umano
@envatoelements

Microplastiche nel cervello umano 

A mostrare che le microplastiche sono arrivate a infiltrarsi anche nel cervello umano ci ha pensato un team della University of New Mexico Health Sciences. I ricercatori hanno analizzato dei campioni cerebrali provenienti da 52 cadaveri, 28 appartenenti a persone decedute nel 2016 e 24 a individui morti nel 2024. Ne è emerso che negli ultimi 8 anni la concentrazione di minuscole particelle è aumentata del 50%, probabilmente a causa della loro presenza maggiore nell’ambiente

Nel cervello la quantità di microplastiche e nanoplastiche risultava da 7 a 30 volte maggiore di quella rilevata in reni e fegato. Anche in soggetti sani, di età compresa tra 45 e 50 anni, le particelle arrivavano a costituire lo 0.5% del peso dell’organo. Si tratta di un ammontare di microplastiche pari a quello necessario per riempire un cucchiaino. Il 75% delle particelle analizzate è risultata di polietilene.

Perché ci sono microplastiche nel cervello umano? 

La quantità di microplastiche accumulatesi nel cervello e nell’organismo umano rappresenta un riflesso di ciò che accade all’esterno del nostro corpo. Tracce dei frammenti di tali inquinanti sono state ritrovate in mari, oceani, tra le nevi dell’Antartide e persino sulla cima dell’Everest. Il passaggio dall’esterno all’interno dell’organismo avviene attraverso aria, acqua e cibo. 

Alcune teorie puntano anche sul fatto che le microplastiche arrivino al cuore del nostro sistema nervoso centrale attraverso il tessuto nasale, dove la loro presenza è stata già rilevata da altri lavori. Rispetto alle indagini condotte sui corpi di persone decedute tra 1997 e 2013 la concentrazione di frammenti di platica nel tessuto cerebrale è cresciuta in modo esponenziale.

Quali danni causano le microplastiche al cervello? 

L’impatto delle microplastiche sul cervello umano rimane ancora da chiarire. Per il momento è stata individuata la presenza più consistente delle minuscole particelle nel tessuto cerebrale di persone decedute con diagnosi comprovata di demenza. Il lavoro mostra, però, solo una correlazione e non una relazione di causalità. Non mancano, infatti, le ipotesi secondo cui sarebbe la patologia a indebolire i tessuti e a renderli, quindi, più vulnerabili alle infiltrazioni. 

Gli accumuli di particelle negli altri organi sono già stati collegati a un aumento del rischio di sviluppare patologie cardiache, infertilità, problematiche respiratorie e infiammazioni varie. Le informazioni sugli effetti a lungo termine delle sostanze risultano ancora, però, lacunose. Quello che è certo è che le membrane cerebrali non rappresentano una protezione sufficiente.

Lo studio su microplastiche e cervello fa suonare un campanello d’allarme sulla necessità di intervenire. Metà della plastica generata sul pianeta è stata prodotta tra il 2002 e oggi. Il passo non farà, poi, che raddoppiare entro il 2040. Matthew Campen, autore leader, ha, per altro, specificato che, per quanto manchino dati certi, trovare un essere umano pronto ad accogliere serenamente la notizia degli accumuli di inquinanti a livello cerebrale, appare alquanto difficile.

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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