Può l’intelligenza artificiale capire le esigenze di nutrizione e sostituire il nutrizionista? Ricercatori mettono in guardia su ChatGPT.
Possono chatbot come ChatGPT sostituire il prezioso consiglio di un nutrizionista? Quando si parla di intelligenza artificiale nel settore della nutrizione ancora esistono limiti importanti che vanno segnalati per evitare rischi. È quanto emerge da una ricerca condotta da un team dell’Università Medica di Taipei a Taiwan che ha valutato l’affidabilità dell’intelligenza artificiale nei modelli ChatGPT-3.5 e ChatGPT-4 nel fornire consigli validi in campo alimentare in grado di rivaleggiare con quelli di un professionista della nutrizione.
Perché affidarsi all’intelligenza artificiale per la nutrizione?
In un mondo sempre più digitalizzato internet è diventata la fonte primaria di informazioni anche nel settore della nutrizione. Un recente studio dell’Università di Cambridge tuttavia ha segnalato come quasi la metà (48%) delle informazioni nutrizionali facilmente accessibili si possa considerare carente o di qualità limitata.
L’avvento di chatbot basati sull’intelligenza artificiale come ChatGPT, capaci di dialogare in modo diretto con l’utente ha aperto le porte a un nuovo modo di informarsi in rete, anche nel settore della nutrizione. Non è ancora chiaro tuttavia quanto queste intelligenze artificiali siano affidabili nel fornire informazioni accurate in campo nutrizionale.
Quanto è affidabile l’intelligenza artificiale nel settore della nutrizione?
In una recente ricerca pubblicata sulla rivista JAMA Network i ricercatori di Taiwan hanno voluto verificare l'affidabilità di ChatGPT-3.5 e ChatGPT-4 nel fornire informazioni coerenti sul contenuto calorico e di macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine) per 8 menu pensati per adulti (222 prodotti alimentari in tutto).
Per valutare l'accuratezza dei chatbot, i ricercatori hanno incrociato le risposte dell'intelligenza artificiale con le raccomandazioni dei nutrizionisti basate sul database della composizione degli alimenti dell’agenzia taiwanese che si occupa di sicurezza alimentare.
Dai risultati dell’indagine è emerso come non sono state osservate differenze significative tra le stime dei nutrizionisti e quelle dell’intelligenza artificiale relative al contenuto di energia, carboidrati e grassi per i quali l’intelligenza artificiale ha fornito risposte in linea con quelle di un professionista umano. ChatGPT-4 è risultato più accurato di ChatGPT-3.5 ma entrambi i modelli di intelligenza artificiale hanno fortemente sovrastimato il contenuto di proteine fornendo informazioni errate.
ChatGPT e nutrizione: utile ma con evidenti limiti
I chatbot basati sull’intelligenza artificiale potrebbero rappresentare il futuro dei consigli nutrizionali, ma gli esperti al momento evidenziano la necessità di approcciarsi sempre con estrema cautela a quanto ottenuto dal dialogo con una intelligenza artificiale, specialmente nel settore della nutrizione.
Attualmente, la capacità dei chatbot con intelligenza artificiale di fornire consigli dietetici personalizzati, come linee guida nutrizionali specifiche e dimensioni esatte delle porzioni, è limitata. Una limitazione che «deriva probabilmente dalla natura di ChatGPT come IA generica e non specializzata nel campo della nutrizione e della dietetica» spiegano i ricercatori. Situazione che potrebbe cambiare in futuro qualora una intelligenza artificiale fosse progettata proprio con questo obiettivo finale.
«Sebbene i chatbot basati sull’intelligenza artificiale non possano sostituire i nutrizionisti – si legge tra le conclusioni della ricerca - possono certamente fornire analisi degli alimenti in tempo reale e agire con un ruolo di supporto al modo in cui i nutrizionisti comunicano con i pazienti».