L’intelligenza artificiale impara a scegliere il vino al posto degli esseri umani dopo aver imparato i loro gusti.
I ricercatori danesi dell’Università di Copenaghen, assieme a i colleghi dell’Università Tecnica della Danimarca e della CalTech in California, hanno sviluppato un algoritmo per intelligenza artificiale in grado di riconoscere e scegliere il vino ideale in base alle preferenze personali di chi andrà a berlo. Secondo i ricercatori il vino è solo il primo passo: presto sarà possibile "nutrire" l’intelligenza artificiale con un database di esperienze sensoriali umane tale da permettergli di prendere decisioni basate sui gusti personali anche in campo alimentare.
Qual è il vino giusto? L’intelligenza artificiale sceglie al tuo posto
A tutti almeno una volta al ristorante è stato chiesto di scegliere un vino per il pasto, o se il vino proposto era di gradimento. Per i non intenditori, scegliere una bottiglia di vino può essere complicato quando non si conoscono le differenze che rendono i vini unici e gli abbinamenti corretti ancora più singolari. In circolazione già esistono alcune app per smartphone in grado di sondare le etichette delle bottiglie per ottenere informazioni su un particolare vino e leggere recensioni, ma i ricercatori sono convinti che si possa arrivare al passo successivo. Aggiungendo nuovi parametri, infatti, è possibile far scegliere all'intelligenza artificiale il vino giusto in base alla nostra esperienza e ai nostri gusti personali.
L’IA abbina il vino meglio grazie al sapore
Per verificare l’efficacia dell’intelligenza artificiale nello scegliere il vino, i ricercatori danesi e californiani hanno organizzato delle degustazioni con 256 partecipanti e i relativi dati sono stati combinati con centinaia di migliaia di recensioni degli utenti per creare un modello di intelligenza artificiale capace di lavorare sull’enorme mole di dati.
Combinando le informazioni attinenti etichette e recensioni con le preferenze individuali ottenute dal test di degustazione, l'algoritmo ha potuto individuare il sapore ideale per ogni singolo utente.
«La dimensione del sapore inserita nel modello fornisce informazioni su quali vini sono simili nel gusto e quali no», spiega Thoranna Bender dell’Università Tecnica della Danimarca che ha lavorato al progetto. Ad esempio: «Posso prendere la mia bottiglia di vino preferita e chiedere all’intelligenza artificiale: vorrei sapere quale vino assomiglia di più a questo nel gusto, o sia nel gusto sia nel prezzo».
Gusto e intelligenza artificiale
Tra le tante esperienze sensoriali umane, il gusto è particolarmente soggettivo e per questo difficile da "insegnare" all’intelligenza artificiale. Nell’apprendimento automatico dei modelli di IA, infatti, di solito si utilizzano ampiamente immagini, suoni e testo, ma l’utilizzo del «gusto» come parametro è un approccio nuovo.
«Per questa intelligenza artificiale abbiamo scelto il vino – spiega ancora Bender - ma lo stesso metodo può essere applicato anche a birra e caffè o altro». L'approccio, ad esempio, potrà essere utilizzato in futuro per consigliare prodotti alimentari e ricette. Applicazioni sarebbero possibili anche nel settore sanitario per creare pasti che soddisfino anche i gusti oltre che le esigenze nutrizionali dei pazienti oppure persino essere utilizzato per sviluppare nuovi alimenti o combinazioni su misura per adattarsi esattamente a profili individuali di gusto.