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Gli alberi di Natale sono a rischio a causa della crisi climatica

Gli alberi di Natale sono a rischio a causa della crisi climatica

Comprare alberi di Natale sta diventando un’impresa a causa della crisi climatica che, con la siccità, minaccia la produzione

Il momento di addobbare gli alberi di Natale si avvicina, ma quest’anno la crisi climatica mette a rischio persino questo caratteristico momento. Ondate di calore, siccità e precipitazioni violente hanno messo, infatti, ovunque sotto pressione la filiera e i prezzi schizzano alle stelle. In Italia la situazione non appare, purtroppo, meno complicata.

alberi di Natale crisi climatica
Foto: John Willink @Pexels

Come si coltivano gli alberi di Natale?

La domanda di alberi di Natale continua ad aumentare. La specie più utilizzata per lo scopo è oggi l’abete rosso e coltivarlo richiede un lungo processo. I semi vengono piantati nel terreno e lasciati a germogliare per due anni. A questo punto si procede al rinvaso delle piantine a una certa distanza l’una dall’altra e, dopo un intervallo di tempo altrettanto lungo, si ripete l’operazione. In cinque anni gli abeti raggiungono un’altezza di 1.80 m, ma se servono esemplari più piccoli vengono tagliati prima. Per le coltivazioni vengono utilizzati terreni di montagna, in cui le piante contribuiscono alla salute dell’ecosistema. A mettere a rischio gli alberi di Natale è l’impatto della crisi climatica su una dinamica tanto laboriosa.

Alberi di Natale a rischio per la crisi climatica

Il settore degli alberi di Natale appare oggi sempre più a rischio. Il 2022 è stato in diverse parti del mondo un anno da record per quanto riguarda temperature e carenza idrica e la filiera ne ha risentito. Il riscaldamento globale favorisce, poi, il diffondersi di parassiti e malattie, che trovano terreno fertile negli alberi già sotto pressione. A essere più fragili sono gli esemplari giovani, che sono stati, infatti, vittime di morie di massa.

Negli Stati Uniti, patria dei festeggiamenti natalizi per eccellenza, l’American Christmas Tree Association ha sottolineato che gli alberi scarseggiano e ha invitato le famiglie a recarsi velocemente a fare acquisti. Secondo le stime, tra rincari energetici e impatto del cambiamento climatico, il prezzo di un classico albero di Natale nel Paese potrebbe aumentare anche del 30%.

E in Italia?

La crisi climatica mette a rischio la produzione di alberi di Natale anche in Italia. Il Casentino, dove la filiera è da decenni particolarmente sviluppata, ne offre un esempio. Qui si vendono ogni anno circa 50.000 piante, ma il prossimo futuro appare precario.

Marco Roselli, di Coldiretti Arezzo, ha spiegato che la siccità ha disseccato quasi tutti gli alberi piantati tra il 2020 e il 2021. Per gli abeti più “anziani” fare previsioni è, invece, complesso perché il problema carenza idrica non è ancora risolto. Secondo le stime le perdite ammontano, però, a circa 100.000 esemplari, per danni da un milione di euro, e in pericolo c’è ora la produzione dei prossimi 10 anni.

La crisi climatica non risparmia, insomma, nemmeno gli alberi di Natale. In Italia gli agricoltori chiedono aiuto e sperano che i progetti di costruzione di bacini artificiali per la raccolta dell’acqua vengano finalmente realizzati. I festeggiamenti del 2022 appaiono, comunque, salvi. La produzione ha subito, infatti, un calo del 10%, ma le scorte dovrebbero poter soddisfare, per quanto a caro prezzo, le richieste.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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