L’etrog è il frutto del cedro utilizzato durante la festività ebraica del Sukkut ed è coltivato in Calabria.
Durante il mese di ottobre gli ebrei celebrano la festività chiamata Sukkot. In questa occasione un frutto particolare ha un ruolo molto importante. E’ il cedro che quando viene usato per motivi rituali viene chiamato “etrog”. In Calabria esiste una varietà di cedro che è particolarmente apprezzata dai rabbini di tutto il mondo per celebrare il Sukkot.
Etrog, il cedro citato nel Levitico
Il cedro chiamato etrog deve la sua importanza nella religione ebraica per via della sua presenza nel Libro del Levitico. In questo testo religioso, Dio affida a Mosè il comandamento di celebrare la festa del Sukkot con quattro elementi vegetali: una fronda di palma, un ramo di mirto, uno di salice e un cedro. Queste quattro piante simboleggiano il dominio di Dio sul Creato.
Tuttavia, non tutti i frutti del cedro vanno bene. Infatti, i rabbini cercano l’etrog, cioè un cedro che ha delle caratteristiche ben precise che lo rendono ideale per le celebrazioni religiose. Solitamente vengono scartati i frutti che hanno delle imperfezioni, hanno la buccia troppo liscia, sono troppo grandi o troppo piccoli. La difficoltà nel trovare l’etrog ideale fa salire vertiginosamente il prezzo di vendita di questo frutto.
Etrog, un cedro difficile da coltivare
Il fatto che l’etrog ideale debba avere delle caratteristiche ben precise rende difficile la coltivazione del cedro. Infatti, gli agricoltori cercano di fare il possibile affinché il frutto del cedro non subisca danni esteriori o si deformi in maniera naturale. In aggiunta a queste sfide, si sommano le esigenze della pianta stessa del cedro. Quest’ultima non tollera i venti forti e le basse temperature.
In Italia le coltivazioni più famose sono quelle presenti in Calabria, dove arrivano rabbini provenienti anche da New York per assicurarsi di avere l’etrog perfetto. I cedri calabresi hanno conquistato i rabbini di tutto il mondo dal momento che rispettano le indicazioni scritte nel Libro del Levitico per utilizzare l’etrog con scopi religiosi.
Il cedro puro
L’etrog deve essere il frutto puro del cedro. Ciò significa che deve avere una specifica forma (solitamente simile ad un cuore), un peso preciso (tra gli 80 e i 250 grammi) e non deve provenire da un innesto. Quest’ultima indicazione è stata fonte di scandali nel corso dei secoli ed ha spostato l’interesse degli acquirenti verso i cedri coltivati in Calabria.
Infatti, precedentemente era la Puglia a fornire gli etrog in tutta Europa. Durante il Medioevo, però, gli agricoltori iniziarono ad utilizzare degli innesti per agevolare la coltivazione della pianta del cedro. In questo modo, i frutti non rispettavano più una delle indicazioni necessarie per renderli idonei alla celebrazione del Sukkot.
Il cedro della Calabria alla ribalta
Il cedro della Calabria non è sempre stato così famoso e ricercato dai rabbini di tutto il mondo. Infatti, è solo dopo il 2000 che i frutti provenienti da questa regione italiana si sono guadagnati la nomea per diventare degli etrog ideali. Inoltre, questo frutto ha anche ottenuto il riconoscimento DOP dall’Unione Europea. L’etrog è stato in grado di unire la cultura culinaria e con quella religiosa.