Crisi climatica: punti di non ritorno superati anche con temperature a +1,5°C
Contenere il riscaldamento globale entro gli 1,5°C previsti dagli accordi di Parigi potrebbe non bastare più. Secondo una recente ricerca pubblicata sulla rivista Science, almeno 5 punti di non ritorno della crisi climatica sono già in superamento o verranno superati a breve, a prescindere dalle azioni di contenimento delle emissioni di gas serra che potranno venire prese in futuro.
I punti di non ritorno della crisi climatica già superati
L’aumento delle temperature dovute riscaldamento globale attuale si attesta oggi attorno agli 1,1°C rispetto ai livelli pre-industriali. Tanto sarebbe già bastato a iniziare un processo irreversibile in grado di portare al superamento di almeno 5 “punti di non ritorno” per la crisi climatica. Secondo gli scienziati lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia, dei ghiacci della calotta glaciale antartica occidentale, la perdita di gran parte della barriera corallina tropicale, il disgelo di grandi parti del permafrost settentrionale e il collasso delle correnti oceaniche atlantiche, sarebbero probabili agli 1,1°C attuali ed estremamente probabili a 1,5°C.
I punti di non ritorno oltre i 2°C
A preoccupare non sono solo i punti di non ritorno della crisi climatica già in superamento, ma quelli che potrebbero venire superati a breve. Anche in caso di rispetto degli accordi di Parigi e di contenimento del riscaldamento globale entro i 2°C, si arriverebbe con estrema probabilità al superamento di altri punti critici. Dalla perdita di praticamente tutti i ghiacciai alpini, allo scioglimento dei ghiacci nel mare di Barents alla ingente perdita di foreste boreali e della foresta amazzonica.
Le conseguenze catastrofiche della crisi climatica
Il superamento di questi punti di non ritorno della crisi climatica avrebbero conseguenze catastrofiche sulla nostra società, impattando severamente la nostra capacità di vivere su questo pianeta come abbiamo vissuto fino ad ora. A colpire sarebbero la completa riscrittura dei modelli metereologici globali, la comparsa di sempre più fenomeni climatici estremi, l’innalzamento delle acque e la perdita di ampia parte delle terre costiere, la perdita devastante di biodiversità dovuta al riscaldamento e all’acidificazione degli oceani
C’è ancora speranza, ma non troppa
I punti di non ritorno avrebbero scale temporali diverse. Una volta innescata ad esempio, la perdita della barriera corallina potrebbe avvenire rapidamente nel giro di anche soli 10 anni. Lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia invece avrebbe tempi più lungi: centinaia se non migliaia di anni. Per i ricercatori esiste comunque motivo di speranza: si potrebbe evitare ancora il superamento di questi punti di non ritorno con azioni immediate di contenimento delle emissioni anche se, specificano, i dati mostrano come anche contenere l’aumento delle temperature entro i 2°C non è più sicuro per il pianeta e il rischio di una reazione catena incontrollabile aumenta con ogni decimo di grado. Le stime attuali per il riscaldamento globale pongono l’innalzamento delle temperature a 2,6°C.
