L’inversione termica è un fenomeno meteorologico affascinante in cui la temperatura dell’aria salendo di quota si alza anziché diminuire.
A volte ci si stupisce perché i termometri fanno segnare valori più bassi in pianura che in montagna, ma è proprio in tali casi che si ha a che fare con l’inversione termica. Tale fenomeno si instaura quando le normali dinamiche atmosferiche vengono “sconvolte” e, in presenza di certe condizioni, man mano che si sale di quota la temperatura dell’aria aumenta anziché diminuire. Ciò ha un impatto anche sullo smog.
Cosa si intende per inversione termica
Con l’espressione inversione termica si indica un particolare fenomeno atmosferico. Normalmente, in atmosfera, man mano che una massa d’aria sale di quota si raffredda. La temperatura decresce di circa 7 °C per chilometro e tale variazione in funzione della quota prende il nome di gradiente termico verticale.
L’aria riceve calore dalla superficie terrestre. Scaldandosi si fa leggera e inizia a salire, espandendosi e raffreddandosi nuovamente. Nell’inversione termica avviene esattamente il contrario. L’aria, fino a una certa altitudine, risulta più calda in quota che al suolo.
Inversione termica: cause
A causare l’inversione termica possono essere diversi fattori. L’inverno è la stagione in cui il fenomeno si verifica più spesso. In tale periodo i raggi del sole riscaldano il terreno per poche ore al giorno e cadono maggiormente inclinati. Il suolo, dunque, con l’arrivo della notte, perde calore molto velocemente, andando a raffreddare la parte di atmosfera immediatamente sovrastante, fino a 100/200 m di quota. In presenza di alta pressione e in assenza di vento questa, che risulta pesante, rimane stagnante nei pressi del terreno.
Il fenomeno raggiunge il proprio apice durante le prime ore del mattino. Le temperature possono, quindi, in tale contesto, risultare più basse in pianura che in collina e in montagna. Il calore distribuito dai raggi del sole è, in genere, in grado di riportare la situazione alla normalità, ma, in caso di fenomeni particolarmente intensi, l’anomalia può persistere per giorni.
Inversione termica in montagna
Un particolare caso di inversione termica si verifica in ambienti montani a causa della conformazione orografica del terreno. Qui i pendii con il buio tendono a raffreddarsi più velocemente rispetto ai terreni a fondovalle.
L’aria a contatto con essi, più pesante a causa della temperatura più bassa, finisce, dunque, per scendere verso valle e scivolare sopra quella più calda che lì staziona. A sua volta quest’ultima sale di quota e finisce per essere scalzata da quella appena scesa, determinando l’inversione del gradiente termico verticale.
Inversione termica e inquinamento
L’instaurarsi del fenomeno di inversione termica ha un impatto sull’ambiente. In pianura esso favorisce, in primis, la formazione di nebbia e foschia, andando, quindi, a complicare la vita quotidiana degli abitanti delle zone. Quando la dinamica persiste, poi, a risentirne è anche la qualità dell’aria.
Nello strato interessato dall’inversione termica, infatti, la stabilità è massima e vengono soppressi i moti convettivi. A causa della mancanza di rimescolamento le sostanze inquinanti non possono, dunque, disperdersi e rimangono, invece, intrappolate in prossimità del suolo.
L’inversione termica può determinare una differenza di temperatura tra pianure e colline che arriva a sfiorare anche i 10 °C, ma sono sufficienti valori ben inferiori perché il fenomeno sia rilevabile. A favorire la dinamica in inverno è anche la neve. La capacità di riflettere le radiazioni solari di questa, ovvero l’albedo, è altissima e, perciò, di notte, manto bianco e aria che lo sovrasta si raffreddano molto rapidamente.