Per capire cos’è la brina bisogna familiarizzare con i concetti di saturazione dell’aria e brinamento, mentre si guarda al termometro.
La brina può diventare una compagnia costante nelle mattinate d’inverno, ma capire cos’è davvero la patina di ghiaccio che è solita ricoprire il terreno nella stagione fredda non è immediato. Questa si forma quando si verificano determinate condizioni di temperatura e umidità ed è in grado di trasformare i paesaggi. Il fenomeno non va confuso con rugiada e galaverna, da cui si differenzia in modo netto.
Cos’è la brina
Per capire cos’è la brina bisogna guardare a come questa fa la sua comparsa nei paesaggi. Essa si forma per effetto, appunto, del brinamento delle particelle di vapore acqueo contenute nell’aria. Queste, a causa della temperatura bassa a cui sono esposte, non vanno incontro alla condensazione, che le porterebbe allo stato liquido, ma passano direttamente dallo stato gassoso a quello solido.
Si creano, dunque, dei piccoli cristalli di ghiaccio, che si depositano su alberi, tetti, strade e terreno in generale, formando una patina liscia.
Come e quando si forma la brina
Sapere cos’è la brina ci aiuta a capire come questa si formi. Il processo di brinamento si innesca, infatti, solo se si verificano alcune condizioni. È necessario, in primis che si raggiunga il punto di rugiada, ovvero la temperatura a cui una massa d’aria si definisce satura. Con tale termine si indica il punto in cui l’aria contiene la massima quantità di vapore acqueo che essa è in grado di trasportare. Da tale step qualsiasi diminuzione della temperatura, o aumento di umidità, si traduce nella condensazione di particelle di vapore acqueo.
Se la temperatura è inferiore agli 0 °C, però, si parla direttamente di punto di congelamento. Le particelle di vapore acqueo raggiungono, quindi, lo stato solido, dando vita a piccoli cristalli di ghiaccio. La brina si forma di notte, quando, in assenza dei raggi solari, avviene il raffreddamento, in presenza di umidità elevata e di temperature molto basse.
Differenza tra brina, rugiada e galaverna
Comprendere cos’è la brina significa non confondere il fenomeno con rugiada e galaverna. La prima si forma quando viene raggiunto il punto di rugiada, ma la temperatura non è abbastanza bassa da causare il rapido congelamento delle particelle di vapore. Queste vanno, dunque, incontro alla condensazione. Quando cala la notte le superfici più fresche, come piante, prati e fili d’erba, subiscono un raffreddamento più rapido. Vengono, quindi, ricoperte prima dalle minuscole goccioline.
La galaverna si forma, invece, quando a dominare nel paesaggio sono i banchi di nebbia. Le colonnine di mercurio devono, però, ancora far segnare valori inferiori agli 0 °C. Per quanto venga raggiunto il punto di congelamento le minuscole goccioline d’acqua, prive di una superficie su cui solidificarsi, rimangono in sospensione. Appena si depositano, a causa del vento o di altri fattori, però, cristallizzano in frammenti di ghiaccio.
Capire cos’è la brina ci aiuta a comprendere che il fenomeno può avere conseguenze che vanno oltre la suggestione estetica. Appesantendo piante ed edifici essa può, infatti, creare problemi di stabilità. Per le colture la patina gelata è una grande minaccia. I cristalli si dimostrano anche terribilmente scivolosi e complicano la viabilità. Accumulandosi su specchi d’acqua o superfici riflettenti il ghiaccio può inficiare anche la visibilità.