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Cambiamento climatico, i social media aiutano a tracciarne gli effetti

Cambiamento climatico, i social media aiutano a tracciarne gli effetti

Uno studio svela che i social media sono utili per tracciare gli spostamenti del range d’azione degli animali dovuti al cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico obbliga diverse specie a spostare il proprio range d’azione e forse la chiave per comprendere il fenomeno potrebbero essere i social media. Uno studio pubblicato in Ecology and Evolution si è concentrato proprio su tale questione e ha rivelato che in alcuni casi i post social individuano i mutamenti persino prima della comunità scientifica. Capire come sfruttarli al meglio significa allora fare la differenza.

Cambiamento climatico, i social media aiutano a tracciarne gli effetti
@envatoelements

Cambiamento climatico, comunità scientifica e social media 

La comprensione del cambiamento climatico può essere favorita anche dai social media. Il riscaldamento globale sta infatti, obbligando diversi animali a spostare il proprio range d’azione e le piattaforme possono rivelarsi particolarmente utili per tenere traccia di tali moti. La loro forza risiede soprattutto nel fatto che si dimostrano estremamente rapidi e aiutano a mappare aree che le analisi tradizionali non raggiungono con assiduità. 

La comunità scientifica si concentra infatti sugli habitat propriamente detti e quindi sulle aree rurali. Gli utenti dei social sono invece attivi soprattutto nelle zone urbane, dove parchi e giardini fanno da culle di biodiversità. Le persone interessate a condividere immagini di animali sono risultate per altro molto numerose.

Lo studio su cambiamento climatico e social media 

A indagare su quanto i social media possano rivelarsi utili per capire come gli animali reagiscono al cambiamento climatico ci ha pensato un team dell’Università di Exeter. I ricercatori si sono concentrati sulla Falena dell’Edera, specie diffusa in vari ambienti caldi secchi, amante dei boschi e dei luoghi ombrosi. 

Attraverso i post di Instagram e Flickr è apparso evidente che tale insetto è molto più diffuso negli ambienti urbani di quanto la comunità scientifica pensasse. I dati sono stati raccolti in una vasta porzione d’Europa tra il 2000 e il 2018. Il confronto tra i post social e i database “ufficiali”, come Global Biodiversity Information Facility, hanno dunque rivelato significativi gap.

Cambiamento climatico e social media: servono riflessioni 

Lo studio apre nuove interessanti prospettive su come i social media possano essere utilizzati per monitorare le conseguenze del cambiamento climatico sulle diverse specie. I ricercatori sottolineano, però, che è fondamentale non dimenticare che le piattaforme presentano dei limiti. Gli utenti sono inclini a seguire i diversi trend quindi le specie di cui si parla molto risulteranno sempre privilegiate. 

Nile Stephenson, autrice leader, ha sottolineato che questa tendenza può volgere a vantaggio della scienza dato che la potrebbe sfruttare per mettere sotto la lente di ingrandimento la diffusione delle specie invasive, creando dei trend ad hoc. L’aspetto degli animali rischia di fare da altro fattore determinante. Non è un caso, infatti, che la Falena dell’Edera, particolarmente “scenografica”, abbia riscosso tanto successo.

I social media sembrano destinati a diventare parte integrante della ricerca sul cambiamento climatico ma la cautela rimane d’obbligo. Non potrà infatti mai trattarsi di uno strumento utilizzato in maniera sistematica ma solo di un utile supporto in grado di evidenziare i potenziali gap più che di colmarli. Incentivare l’utilizzo di piattaforme come INaturalist e IRecord che già raccolgono i contributi degli scienziati volontari a scopo scientifico appare un passo ora necessario.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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