Attività terapeutiche negli spazi verdi: la nuova frontiera della cura

Gli studi sugli effetti benefici della natura sono ormai molti e i nuovi approcci al concetto di cura non possono non tenerne conto. Prescrivere attività terapeutiche negli spazi verdi rappresenta una strategia diffusa e le porte che si aprono sono sempre di più. Dalla Gran Bretagna arrivano diversi esempi virtuosi sull’efficacia di tali progetti e ora la speranza è che il mondo, nonostante gli ostacoli, si mostri pronto al cambiamento.

Salute e spazi verdi:
I benefici dello svolgimento di attività terapeutiche negli spazi verdi sono ormai appurati. Trascorrere due ore a contatto con la natura è sufficiente ad aumentare il benessere fisico e mentale avvertito. Partecipare concretamente alla cura dell’ambiente porta ulteriori vantaggi e a sperimentare il maggiore cambiamento è chi è affetto da patologie depressive. Tale consapevolezza è parte integrante del concetto di cura e il National Health System britannico ne offre un esempio. Qui al social prescribing, ovvero alla prescrizione da parte di professionisti sanitari di determinati servizi non clinici, è stato da tempo associato il termine green. I pazienti vengono dunque indirizzati ad attività di gruppo all’aria aperta e accompagnati in percorsi individualizzati.
Nuove attività terapeutiche:
Considerare i benefici connessi alle attività terapeutiche negli spazi verdi è d’obbligo. La pandemia ha restituito alla natura un ruolo di rilievo e ha reso molti consapevoli dell’importanza che il tempo all’aria aperta può assumere. Oggi nel Regno Unito più di 1.000 operatori affiancano medici di base e altri professionisti nel green social prescribing. Per progetti simili sono stati stanziati fondi pari a 5 milioni di sterline e, secondo le stime, nei prossimi anni, confluiranno verso tali realtà ben 1 milione di pazienti. Wild Being in Reading a Portsmouth e Green Happy Cafe a Northampton sono solo due delle iniziative già avviate, che stanno dando ottimi risultati.
Una nuova forma di cura:
La promozione di attività terapeutiche negli spazi verdi si sta diffondendo, ma siamo solo all’inizio. Le persone potenzialmente da coinvolgere sono molte, ma la mancanza di organizzazione e di staff specializzato limita le possibilità. L’entusiasmo è spesso alle stelle, ma, perché le iniziative possano essere promosse, è richiesta grande collaborazione tra diversi settori e una mentalità aperta non ovunque reperibile. Non tutte le zone verdi, ha poi specificato Helen Stokes-Lampard di National Academy for Social Prescribing, risultano totalmente accessibili. A farne le spese sono, dunque, per motivi economici o di sicurezza, le fasce più vulnerabili e meno abbienti.
I nuovi sviluppi sulle attività terapeutiche negli spazi verdi aprono interessanti prospettive. L’aspetto umano dovrebbe, nel moderno concetto di cura, essere centrale e la natura offre un setting privilegiato in cui renderlo tale. In un mondo in cui l’uomo innalza barriere di cemento sempre più alte, la natura appare, ancora una volta, pronta a scavalcarle per soccorrerci.
