Vi raccontiamo alcune curiosità sui pinguini, buffi pennuti che nuotano velocissimi e camminano goffamente ma non volano.
Dei pinguini, complici anche alcuni film di animazione che li hanno visti protagonisti, conosciamo diverse caratteristiche. Tutti abbiamo presente l’andatura goffa e dondolante di questi uccelli che, anziché volare, camminano in posizione eretta. Sappiamo anche che vivono nell’emisfero sud, in diversi habitat distribuiti tra i ghiacci dell’Antartide, le isole Galapagos, il Sud Africa, il Sud America e persino l’Australia. È risaputo anche che sono animali sociali che amano formare colonie molto numerose. Ci sono però tante altre curiosità che riguardano i pinguini. Ecco i cinque principali fatti curiosi.
I pinguini sono gli unici uccelli che non volano. In compenso sono abili nuotatori. Contrariamente agli altri uccelli, che hanno le ossa vuote per librarsi in cielo con più leggerezza, i pinguini hanno le ossa solide e questo permette loro di nuotare più velocemente perché riduce la tendenza a galleggiare. Se sulla terraferma camminano in maniera assolutamente buffa, in acqua i pinguini volano letteralmente, arrivando a toccare i 40 km/h. Sono in pratica più veloci di una nave e 4 volte più veloci dei nuotatori olimpionici! Il pinguino imperatore è capace di immergersi fino a 400 metri di profondità, in casi eccezionali addirittura fino a 500 metri, restando in apnea per una ventina di minuti.
Delle 18 specie di pinguini conosciute, 12 vivono al Polo Sud. Per resistere alle basse temperature, che d’inverno toccano i -60° / -80°, uno speciale fenomeno fisiologico, noto come omeotermia, consente a questi animali di mantenere la temperatura corporea costante tra i 38 e i 39 gradi. Inoltre, le penne e le piume che ricoprono il corpo dei pinguini sono robuste perché ricche di beta-cheratine, il che le rende idrorepellenti. Per proteggersi dal freddo, questi uccelli hanno anche la pelle più spessa. Un ulteriore meccanismo di difesa dalle rigide temperature è la capacità di accumulare grasso. Questo permette ai pinguini di resistere al freddo ma anche di far fronte a lunghi periodi di digiuno, come per esempio durante la cova delle uova. La tipica colorazione bianca e nera, oltre a conferire un aspetto elegante a questi animali, tanto da farli sembrare vestiti con il frac, serve loro per mimetizzarsi quando sono in acqua e confondere eventuali predatori. Il colore scuro della schiena, visto dall’alto, li rende difficilmente distinguibili dalle acque più profonde dell’oceano, che sono in effetti più scure. Se avvistati dal basso, invece, la colorazione più chiara sulla pancia permette loro di confondersi con la superficie dell’oceano, dove l’acqua è più chiara.
La vita media di un pinguino dipende dalla specie. Il pinguino imperatore è la specie più longeva, oltre che la più grande: è alto fino a un metro e venti, arriva a pesare fino a 40 kg e può vivere fino a 15-20 anni. Sono però noti casi di pinguino imperatore vissuti eccezionalmente 40 anni. Altre specie hanno un’aspettativa di vita molto più ridotta. Il pinguino blu minore, ad esempio, un esserino di 1 chilo per 30 cm di altezza, vive solo 6 anni.
La maggior parte dei pinguini è monogama. Si calcola che circa il 72% di questi uccelli ritorna ogni anno nello stesso luogo di accoppiamento dove ritrova lo stesso partner dell’anno precedente. Questo fenomeno si chiama nest site fidelity e prevede che sia il maschio a tornare nel nido d’amore con la speranza di ritrovare la sua partner. Queste avventure amorose non vanno però sempre a finire nella maniera desiderata. Ė di qualche anno fa un video pubblicato dal National Geographic in cui un pinguino arrivato sul luogo di accoppiamento trova un’amara sorpresa: la compagna ha trovato un altro partner. I due pinguini maschi intraprendono una lotta all’ultimo sangue fintanto che decidono di lasciare l’ultima decisione alla femmina, che conferma la preferenza per il nuovo amante.
Un’altra curiosità riguarda la cova delle uova, che tra i pinguini imperatore spetta ai maschi. La femmina depone un uovo poi, tenendolo tra le zampe, cammina goffamente verso il compagno e glielo porge. Stremata dalle fatiche del parto, la femmina partirà alla ricerca di cibo in mare aperto per 2 o 3 mesi per recuperare l’energia. Il maschio coverà questo uovo per tutto il tempo in cui la femmina starà via, tenendolo costantemente tra le zampe per mantenerlo al caldo ed evitare che congeli. Non si sposterà mai da lì, neppure per mangiare, arrivando a digiunare per un periodo lunghissimo fino a un massimo di 100 giorni. Quando la madre, rifocillatasi a dovere, farà ritorno, si prenderà cura a sua volta dell’uovo mentre sarà il turno del padre di buttarsi finalmente in mare per fare rifornimento di cibo.