inNaturale
Home
>
Food
>
Troppo cibo lavorato sta rovinando la nostra salute e quella del pianeta

Troppo cibo lavorato sta rovinando la nostra salute e quella del pianeta

La globalizzazione della dieta con l’assunzione di cibo lavorato sarebbe sempre più un rischio per la salute dell’uomo e della Terra

Una dieta sempre più globalizzata che include sempre più cibo lavorato e ultra-processato sta avendo un impatto negativo non solo sulla salute delle persone ma anche su quella del pianeta, contribuendo alla perdita di biodiversità. È quanto si legge in una nota pubblicata sulla rivista del British Medical Journal – Global Health scritta da diversi esperti della nutrizione provenienti da Stati Uniti, Brasile e Australia. Secondo gli esperti ,gli effetti negativi del cibo lavorato sulla salute umana iniziano ad essere ben documentati mentre mancherebbe ancora la consapevolezza degli effetti nocivi sul pianeta.

cibo lavorato salute
Foto: Albany Colley @Pixabay

Cibo lavorato, una minaccia per la salute globale?

Per cibo lavorato si intende quegli alimenti che dalla loro origine agricola arrivano sulle nostre tavole subendo pesanti processi di lavorazione. Snack, bibite, merendine, prodotti confezionati, cibi precotti, piatti pronti: insomma tutti quegli alimenti che oltre agli ingredienti di base trovano aggiunti aromi, coloranti e conservanti dopo una lunga serie di processi industriali.

Si tratterebbe di prodotti ormai sempre più diffusi, parte di una dieta che si va globalizzando e omogeneizzando in gran parte del pianeta. La loro presenza sta diventando dominante nelle abitudini alimentari attorno al globo con vendite e consumi in crescita in tutti i paesi e in particolare quelli a reddito medio alto e medio basso. Il fenomeno sta suscitando concrete preoccupazioni riguardo l’impatto del cibo lavorato sulla salute del comparto agricolo.

Un rischio per gli equilibri alimentari

L’omogeneizzazione dei modelli alimentari attorno al mondo, secondo gli esperti che scrivono su BMJ, starebbe avendo un impatto notevole sulla biodiversità agricola, incidendo sulla varietà di animali, piante e microrganismi legati all’agricoltura. Per colpa del cibo lavorato quindi non solo la salute dell’uomo sarebbe a rischio, ma anche la diversità genetica delle piante destinate alla nostra alimentazione in una sorta di circolo vizioso.

Si stima che ad oggi più di 7.000 specie vegetali contribuiscano all’alimentazione del genere umano, ma solo meno di 200 specie hanno visto un utilizzo massiccio nella produzione di cibo lavorato nel 2014 e circa solo 9 colture rappresentano oltre il 66% di tutta la produzione agricola mondiale. Circa il 90% dell’apporto calorico della civiltà umana arriva da sole 15 piante e circa 4 miliardi di persone dipendono solo da 3: riso, grano e mais. Si tratterebbe di una situazione precaria di salute biologica, indicano gli esperti, che la diffusione del cibo lavorato nel mondo starebbe acuendo.

Un processo che merita attenzione

Il declino della biodiversità a seguito dell’omogeneizzazione della dieta globale starebbe quindi danneggiando quegli ecosistemi che supportano una produzione alimentare diversificata e sostenibile. Insomma, la nostra voglia di cibo lavorato starebbe compromettendo la salute dell’intero sistema agricolo, riducendo la diversità alimentare globale ed esponendoci a rischi concreti per il futuro aumentando la nostra dipendenza da poche colture ad alto rendimento.

Secondo gli esperti sarà fondamentale che il cibo lavorato e il suo impatto sulla salute del pianeta diventi parte delle discussioni nelle piazze internazionali sui sistemi alimentari globali. La perdita di biodiversità causata dagli alimenti ultra lavorati sarebbe infatti un rischio che rischia di coinvolgere tutti i paesi in modo trasversale.


denis venturi
Denis Venturi
Scopri di più
Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
Scopri di più
Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte