Gli squali sono sempre di meno a causa soprattutto delle azioni dell’uomo e, ormai, una specie su tre è considerata a rischio estinzione.
Gli squali sembrano essere il simbolo dell’invincibilità, ma la realtà è che questi animali sono ormai in gran parte a rischio estinzione. Le specie che vivono una situazione critica sono in continuo aumento, mentre le popolazioni dei temibili pesci calano in tutto il mondo. Alla radice del problema c’è soprattutto l’attività umana che decima gli esemplari, riduce gli habitat e altera gli ecosistemi.
Gli squali sono a rischio?
L’uomo costituisce un rischio molto più grande per gli squali del contrario. Negli ultimi 50 anni la popolazione dei grandi pesci, e quella delle razze, con loro strettamente imparentate, è diminuita del 71.1%. Si tratta di un calo record in una frazione temporale così breve. A creare grandi pericoli per gli squali è, in primis, la pesca eccessiva. Dei maestosi abitanti dei mari sono apprezzate tanto le carni, quanto le pinne.
Molto utilizzato in cosmesi è, poi, l’olio del loro fegato. Ciò ha reso la caccia agli squali particolarmente spietata e, per quanto oggi le norme si stiano moltiplicando, contrastare le attività illegali risulta complicato. I temibili animali sono, poi, spesso vittime di catture accidentali e, persino quando non vengono uccisi dal genere umano, finiscono per subire le conseguenze del cambiamento climatico e della progressiva riduzione dei loro habitat naturali.
Squali: specie a rischio estinzione
I dati mostrano che le specie di squali a rischio estinzione sono in continuo aumento. A essere minacciato è, infatti, ormai più di un terzo di queste. Delle 1.199 specie conosciute, 180 sono classificate come vulnerabili, 121 come minacciate e 90 come concretamente sull'orlo dell'estinzione. La percentuale di specie di squali a rischio è, dunque, del 31.1% Ogni anno gli esemplari uccisi sono circa 79 milioni e, nonostante i tentativi di limitare i danni, i numeri sono in aumento.
Il 30% degli animali morti risulta, per altro, appartenente a specie a rischio. Tra i grandi pesci che si trovano ad affrontare una situazione particolarmente critica rientrano il famoso squalo bianco, lo squalo balena, lo squalo zebra e lo squalo angelo. Il Mar Mediterraneo appare, per altro, tutt’altro che sicuro. La metà di tali animali nel bacino risulta, infatti, in difficoltà.
Intervenire per gli squali a rischio
Per quanto l’uomo rappresenti il principale fattore di rischio per la sopravvivenza degli squali, i tentativi di limitare i danni non mancano. Negli ultimi anni ben 100 specie sono state incluse nella Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione. Si sta, poi, lavorando per rendere le pratiche di pesca più sostenibili e rispettose dei ritmi naturali, oltre che per limitare il numero delle catture accidentali.
Perché i provvedimenti di tutela possano dare i migliori risultati è, però, necessario progredire nella ricerca scientifica, così da identificare gli hotspot su cui intervenire, piuttosto che le criticità da arginare. In tale contesto l’istituzione di Aree Marine Protette può rivelarsi salvifica. Collaborazione internazionale e messa a punto di piani che tutelino le comunità locali, che sugli enormi pesci basano il proprio sostentamento, appaiono altrettanto importanti.
Molti degli squali presenti sul pianeta sono concretamente a rischio di estinzione e diffondere una corretta informazione su tali animali è parte integrante del processo di salvaguardia. Molti guardano a tali pesci con diffidenza o terrore, ma gli attacchi di cui essi si rendono protagonisti sono in media solo 83 all’anno in tutto il mondo. Le morti annuali dovute alle aggressioni degli enormi pesci non sono più di 6. La maggior parte delle specie appare, per altro, del tutto innocua per il genere umano.