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Sempre meno insetti? Arriva un nuovo robot impollinatore

Sempre meno insetti? Arriva un nuovo robot impollinatore

La popolazione di insetti è in declino, per far fronte a future difficoltà per l’agricoltura negli Stati Uniti arriva un nuovo robot impollinatore.

La produzione alimentare è a rischio non solo per la crisi climatica: in agricoltura la carenza di impollinatori naturali rischia di rendere difficile se non impossibile vincere la sfida alimentare nel prossimo futuro. Le popolazioni di api e altri insetti volanti hanno visto negli ultimi decenni un preoccupante declino a livello globale. Nell’attesa di capire quali siano effettivamente le cause e porvi rimedio, i ricercatori dell’Università della West Virginia hanno ideato un robot impollinatore in grado di sopperire, almeno in parte, al prezioso lavoro degli insetti.

Foto: University of West Virginia

Un robot impollinatore per salvare l’agricoltura

Circa l’80% delle piante da fiore richiede l’assistenza di insetti per l’impollinazione. Senza il prezioso contributo degli insetti infatti la riproduzione è spesso rallentata se non addirittura impossibile. Il problema è ancora più sentito per le colture in serra dove il numero di insetti in grado di accedere alle piante è ancora più ridotto.

Il team di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale ha quindi ideato un robot impollinatore a 6 braccia chiamato “StickBug” o Insetto Stecco. Il robot è pensato proprio come ausilio all’impollinazione in serra. Una volta realizzato il robot aiuterà le colture di more e pomodori dell’Università della West Virginia.

Come funziona il robot per l’impollinazione

Il robot impollinatore sarà dotato di un sistema di telecamere in grado di compiere una mappatura completa dell’ambiente circostante. Una volta ottenuta una mappatura generale della serra, avvierà una scansione dettagliata di ogni pianta per identificare la posizione di ogni singolo fiore. Tenendo traccia di quali fiori sono stati impollinati e quali no, StickBug utilizzerà le sue 6 braccia per impollinare, imitando quindi il lavoro degli insetti. Secondo il professor, Yu Gu team leader del progetto, le 6 braccia servono a migliorare l'efficienza del robot. Alcuni fiori ad esempio, potrebbero trovarsi in punti difficili da raggiungere e il robot potrebbe dover utilizzare due braccia: una per afferrare il ramo e l’altra per compiere l’impollinazione.

Un futuro robotico in serra?

Certo, capire come ripristinare le popolazioni in declino di insetti sarebbe la giusta priorità. Eppure grazie all’ausilio di un robot impollinatore i ricercatori americani sono convinti che gli agricoltori potranno compensare il calo di produzione. Anzi, sempre secondo Yu Gu, i coltivatori potranno avere maggiore produttività pianificando programmi di impollinazione flessibili indipendenti dalla naturale attività degli insetti. Insomma, non lasciare niente al caso. L’obiettivo a lungo termine del progetto è quello di insegare al StickBug come prendersi cura al meglio di diversi tipi di colture e garantire così la sicurezza alimentare in un mondo con meno impollinatori naturali.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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