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Scienziati provano la caffeina per rendere le api più "efficienti"

Scienziati provano la caffeina per rendere le api più "efficienti"

Un poco di caffeina potrebbe incentivare le api a trovare fiori specifici nel campo aiutando con l’impollinazione.

La caffeina è una sostanza preferita da molti, soprattutto da chi ha bisogno di una carica. Se certamente è apprezzata nel mondo degli umani, studi in passato hanno mostrato come la caffeina non è indifferente anche alle api. Anzi, pare proprio che le api amino la caffeina a tal punto da visitare più frequentemente i fiori “ritoccati” apposta per contenerla. Un recente esperimento dell’Università di Greenwich in Inghilterra ha provato a capire se questo amore delle api per la caffeina può essere utilizzato a vantaggio degli agricoltori.

caffeina api

Perché utilizzare la caffeina per “guidare” le api

Perché è un fenomeno importante? La crisi climatica e l’utilizzo intensivo di pesticidi hanno messo in difficoltà la popolazione delle api e di altri insetti impollinatori. Per questo motivo frutticoltori e altri agricoltori che fanno affidamento su questi insetti per le loro produzioni hanno dovuto ricorrere ai ripari, munendosi di colonie di impollinatori dedicati alle loro colture, in particolare bombi. Questi insetti tuttavia non sono esattamente efficienti. In condizioni normali vengono infatti facilmente “distratti” da diversi tipi di fiori. I ricercatori pensano grazie alla caffeina di poter modificare questo comportamento delle api.

Api “guidate” in campo

In un articolo pubblicato sulla rivista Current Biology, i ricercatori britannici hanno mostrato come una alimentazione contenente caffeina aiuta le api (o i bombi in questo caso) a ricordare meglio l’odore del nettare di uno specifico fiore. Si tratta del primo studio in grado di mostrare come questo avviene fuori dall’alveare, direttamente in campo. Obiettivo era verificare se fornire caffeina avrebbe aiutato le api a creare un'associazione positiva tra un certo odore di fiori e una ricompensa di zucchero. La caffeina si trova già naturalmente in alcune piante come caffè e alcuni agrumi e svolge un ruolo importante nel “fidelizzare” le api a compiere una visita.

L’esperimento fuori dall'alveare

Il team di ricercatori ha quindi somministrato la caffeina alle api direttamente in alveare, associandola all’odore specifico di un fiore “bersaglio”. Si trattava di una miscela di odori sintetici in grado di imitare il profumo di un fiore di fragola. Le api sono state quindi lasciate libere per verificare che tipo di fiori avrebbero preferito. Come sperato dagli scienziati le api che erano state “addestrate” erano molto più interessate ai fiori bersaglio. Fino al 70% delle api visitavano prima il fiore di fragola. La preferenza non è durata tuttavia a lungo e ben presto gli insetti hanno cominciato a visitare anche tutti gli altri fiori presenti. L’esperimento, sottolineano i ricercatori, si è dimostrato assolutamente innocuo per le api.

Cosa potrebbe cambiare con api e caffeina

I ricercatori hanno anche notato che la caffeina aveva un lieve effetto anche sulla velocità delle api. In particolare sul numero di fiori che stavano visitando in un determinato periodo di tempo. Questo suggerirebbe come la caffeina potrebbe velocizzare le capacità di apprendimento motorio degli insetti. Secondo i ricercatori inglesi la scoperta potrebbe avere importanti applicazioni in agricoltura. Diversi produttori che fanno affidamento sull’acquisto di insetti impollinatori potrebbero infatti ideare un metodo per renderli più efficienti. Sarebbe possibile insegnare loro a preferire un tipo di fiore, facilitando così l’impollinazione delle piante coltivate, prima che gli insetti tornino a volare su altri fiori selvatici.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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