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Rifiuti di plastica, quanto inquina il settore della moda?

Rifiuti di plastica, quanto inquina il settore della moda?

Uno studio ha rivelato che al settore della moda è connessa la produzione di 20 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica all’anno.

La plastica è ormai onnipresente e a contribuire alla produzione di rifiuti di questo tipo è anche la moda. Uno studio pubblicato in Nature Communications ha mostrato che la questione coinvolge l’intera filiera. Fast fashion, materiali sintetici e scorretta gestione degli scarti costituiscono le problematiche più pressanti e ora gli esperti chiedono interventi.

Rifiuti di plastica, quanto inquina il settore della moda
@envatoelements

Quanti rifiuti di plastica produce il settore della moda? 

A concentrarsi su quanti rifiuti di plastica vengono prodotti dal settore moda ci ha pensato un team della North Carolina State University. I ricercatori hanno analizzato importazioni, esportazioni e produzione di capi all’interno dei singoli Paesi, per tracciare un bilancio focalizzato sulle diverse fasi della filiera. Ne è emerso che, a causa dell’abbigliamento, nel 2019 sono stati generati 20 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. 

Il 40% di questi non è, poi, stato gestito nel modo corretto ed è finito disperso nell’ambiente. Le fibre sintetiche, come nylon, acrilico e poliestere, sono risultate responsabili dell’89% della produzione di scarti, equivalente a circa 18 milioni di tonnellate di plastica. Per il cotone il valore scende a 1.9 milioni di tonnellate e per le altre fibre naturali a 0.31.

Moda e rifiuti di plastica, perché è il fast fashion che inquina? 

A fare in modo che alla moda sia connessa la produzione di tanto ingenti quantità di rifiuti di plastica contribuisce in modo determinante il fast fashion. Con tale espressione si indica quel ramo dell’abbigliamento low cost che vede le aziende puntare su abiti di bassa qualità, prodotti in poco tempo e destinati a durare ancora meno. 

In tale ambito la quantità è l’unico parametro rilevante e a farne le spese è l’ambiente. Si generano rifiuti di plastica in fase di produzione, a causa degli imballaggi, durante il trasporto e, persino, quando gli indumenti vengono lavati. La rapidità con cui si procede allo scarto aggrava, infine, il quadro. Si stima, per altro, che delle 18 milioni di tonnellate di plastica prodotte nel 2019, 8.3 siano finite disperse in natura.

Moda e rifiuti: vestiti di plastica riciclata? 

La produzione di rifiuti di plastica connessa al settore della moda solleva anche diverse problematiche di iniquità. Per quanto la maggior parte dei capi economici siano venduti nei Paesi ad alto reddito, l’inquinamento colpisce soprattutto le nazioni più svantaggiate. 

Quando gli indumenti diventano scarti, infatti, finiscono spesso per invadere il mercato e le discariche di queste ultime realtà, che, mancando dei mezzi necessari, non li smaltiscono correttamente. Riciclo dei vestiti ed economia circolare rappresentano, a oggi, ambiti ancora troppo di nicchia. Un progressivo abbandono dei tessuti sintetici in favore di quelli naturali è, nello studio, altrettanto raccomandato.

Per il settore della moda ridurre la propria produzione di rifiuti rappresenta una priorità. Mentre si attende un’inversione di rotta, però, gli esperti sottolineano che la parte dei protagonisti spetta ai singoli. Le etichette garantiscono la possibilità di reperire informazioni sui capi che si stanno per acquistare ma la loro importanza è inevitabilmente connessa a un cambio di mentalità.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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