La principale differenza tra menta verde e menta piperita sta nella quantità di mentolo contenuta, che si ripercuote su proprietà e utilizzi.
Le varietà di menta diffuse nel mondo sono moltissime, ma spesso capire la differenza tra quella semplice e la piperita non risulta semplice. In realtà la discriminante di maggiore importanza è da ricercare nella presenza del mentolo. Caratteristiche di foglia, fiore e pianta possono dare ulteriori indizi ed evitare la confusione significa sfruttare al meglio le risorse che la natura mette a nostra disposizione.
Differenza tra menta e menta piperita
Per capire la differenza tra menta e menta piperita è necessario partire da una precisazione sui termini. La parola menta indica, in realtà, una pianta di cui esistono moltissime varietà. Quando la si utilizza senza ulteriori specificazioni si tende, però, a fare riferimento alla menta verde, chiamata Menta Spicata.
A differenziare questa e la cugina piperita è la quantità di mentolo contenuta nelle foglie. La prima ne ha al suo interno una percentuale inferiore all’1%. Nella seconda il valore arriva, invece, a superare il 90%. Ciò si ripercuote su sapore e aroma. La menta piperita ha un gusto più intenso e un profumo maggiormente deciso.
Come si riconosce la menta piperita
Capire che la differenza tra menta e menta piperita sta nel mentolo non significa riuscire a distinguerle. Entrambe appartengono alla famiglia delle Lamiaceae e sono classificabili come piante erbacee perenni. La prima raggiunge un’altezza di 30-40 cm e ha foglie di piccole dimensioni, dalla forma allungata. I fiori sono di colore bianco-rosa. La menta piperita raggiunge, invece, altezze anche maggiori. Le foglie sono di un verde più scuro e più grandi. Appaiono anche maggiormente seghettate con nervature rossicce. La tonalità dei fiori tende al violetto.
Il vegetale è un ibrido, nato dall’unione di Menta Spicata e menta d’acqua. Entrambe le piante sono sorrette da un apparato radicale che penetra in profondità nel terreno e resistono bene al freddo. Gli steli sono anche ricoperti da peluria, nella Menta Spicata più consistente. Il periodo di fioritura è compreso tra luglio e agosto.
Menta e menta piperita: usi
La differenza tra menta e menta piperita risiede anche nei possibili utilizzi che si possono fare delle piante. La prima risulta particolarmente adatta a insaporire cibi dal gusto delicato. È, quindi, perfetta insieme alle verdure, in fresche insalate o in golose frittate. Gli abbinamenti con piselli, patate, zucchine e pomodori sono frequenti. Le foglie sono considerate ottime anche per la preparazione di pesti e salse.
La menta piperita viene, invece, usata in cucina per arricchire piatti a base di ingredienti dal sapore intenso. Accanto a cioccolato, limone e carni dalle forti note selvatiche diventa, allora la scelta ideale. L’olio essenziale è, poi, utilizzato come antisettico, antinfiammatorio e decongestionante per le vie respiratorie. Entrambi i vegetali possono essere utilizzati per la preparazione di dissetanti cocktail o di tisane che vantano proprietà digestive e rilassanti.
La differenza tra menta e menta piperita è sottolineata anche dal nome delle due piante. La radice comune fa riferimento a Myntha, ninfa, nel mito figlia del fiume infernale Cocito, che avrebbe fatto innamorare Ade. Barbaramente uccisa da Persefone, moglie del re degli Inferi, sarebbe poi stata trasformata in una pianta dal dio stesso. L’appellativo piperita si riferisce, invece, alla nota pepata che contraddistingue il sapore della particolare varietà.