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Pericolo di inondazioni: i piani per aiutare i più vulnerabili

Pericolo di inondazioni: i piani per aiutare i più vulnerabili

Il pericolo di inondazioni è sempre più alto e, poiché a farne le spese sono spesso le fasce della comunità più vulnerabili, servono nuovi piani d’azione.

Il cambiamento climatico sta rendendo il pericolo di inondazioni sempre più concreto. Le autorità si stanno attrezzando per affrontarlo, ma la non omogeneità dell’impatto di tali fenomeni è ormai evidente. Tutelare le comunità più colpite è dunque la priorità. Intervenire su raccolta dati e metri di giudizio, nonché sul sistema attualmente in vigore, richiede impegno, ma rappresenta l’unica linea d’azione praticabile.

pericolo di inondazioni

Pericolo di inondazioni:

Il pericolo di inondazioni è in aumento. Secondo EM-DAT a livello globale i danni da tali fenomeni sono saliti da 94 miliardi di dollari nel 1980 a 1 trilione nel 2010. L’impatto del cambiamento climatico è ormai ubiquitario e i fenomeni estremi si stanno moltiplicando. Anni di indagine sociale hanno ora dimostrato che a subire il destino peggiore sono le comunità più povere ed emarginate. Spesso, infatti, le fasce più abbienti ricevono maggiori aiuti. Tra il 1999 e il 2013, per esempio, negli USA i membri di comunità a prevalenza bianca colpite da catastrofi naturali hanno guadagnato in media 126.000 $ grazie alle sovvenzioni. Per i latini, invece, il bilancio è stato in perdita di 29.000.

Nuovi piani:

Per rispondere equamente al pericolo di inondazioni sono necessari cambiamenti. Bisogna ripensare, in primis, i sistemi di raccolta dati. Nei Paesi in via di sviluppo, infatti, spesso le risorse per mappatura e creazione di modelli sono inadeguate. Una prima analisi aveva per esempio decretato che nel 2100 in tali zone le persone a rischio a causa dell’innalzamento dei mari sarebbero state 48 milioni. Oggi le stime ne indicano 190. Serve poi un nuovo metro. Rischi e danni vengono calcolati, in modo puramente quantitativo. 1 $ di danno non ha però lo stesso impatto su una famiglia ricca e su una a basso reddito e ciò non dovrebbe essere trascurato.

Aiutare i più vulnerabili:

Per tutelare i meno abbienti dal pericolo di inondazioni è necessario un ripensamento del sistema. A creare tale disomogeneità sono, infatti, barriere sociali, economiche e politiche preesistenti, che portano determinate comunità a essere isolate, in territori dalla conformazione meno vantaggiosa. Sovvertire tali meccanismi non è semplice e per comprendere come ogni settore influisca sull’affermazione dei gruppi privilegiati occorreranno anni di ricerca. È poi vitale capire chi da questo sistema trae profitto e come, per poi incentivare in risposta partecipazione locale e collaborazione. Il cambiamento climatico è destinato a ridisegnare modelli migratori, stato degli ecosistemi e accessibilità a zone sicure e ciò costituirà un’ulteriore campo d’indagine.

Il pericolo di inondazioni in continuo aumento rappresenta una problematica globale. Senza una solida collaborazione internazionale, guidata dalla volontà di rispondere in modo adeguato alle questioni emergenti, nessun traguardo si prospetta raggiungibile. Pensare di trovarsi in una posizione privilegiata che giustifichi una tranquilla indifferenza è un’illusione e la natura sembra determinata a rendere tale concetto fin troppo trasparente.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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