Il cambiamento climatico alza le temperature e rende la vegetazione più secca, aumentando le possibilità che si scatenino incendi terribili.
Quello tra cambiamento climatico e incendi è un connubio potenzialmente letale e ormai non accorgersene è diventato quasi impossibile. Le variazioni in temperature, venti e precipitazioni favoriti dal riscaldamento globale non fanno altro che, letteralmente, buttare benzina sul fuoco, aumentando il rischio che si verifichino eventi devastanti. I dati parlano chiaro e agire prima che siano irreparabili risulta cruciale.
Perché gli incendi sono in relazione con il cambiamento climatico?
Il divampare degli incendi è connesso a una serie di fattori e il cambiamento climatico ha, purtroppo, un’influenza su molti di questi. Il riscaldamento globale sta determinando, in primis, un importante aumento delle temperature. A causa del caldo, alberi, arbusti e piante in generale perdono umidità molto rapidamente e si seccano. Tale situazione è resa ancora più grave dal fatto che i fenomeni meteo estremi si fanno, ormai, sempre più frequenti.
A periodi di piogge torrenziali, che non permettono al terreno e alla vegetazione di immagazzinare acqua, seguono fasi di siccità prolungate, che mettono ancora più a dura prova gli ecosistemi. Quando le fiamme raggiungono la vegetazione, essa fa da perfetto combustibile. I venti favoriscono il propagarsi del fuoco, ma a oggi non è ancora possibile determinare in che modo questi siano influenzati dal clima che muta.
Gli incendi sono causati dal cambiamento climatico?
Per quanto appaia evidente che il cambiamento climatico ha un impatto sugli incendi, stabilire esattamente che tipo di relazione intercorra tra i due elementi è complicato. Le fiamme divampano per cause naturali, connesse per esempio a fulmini, o umane. Ciò che il riscaldamento globale influenza è la possibilità che eventi che nella norma causerebbero preoccupazioni limitate, si trasformino in disastri. Nell’estate del 2023, per esempio, il Canada ha visto le fiamme bruciare 18 milioni di ettari di territorio, un valore da record.
Numeri allarmanti sono stati registrati anche in Europa, dove la Grecia ha vissuto una situazione drammatica e l’Italia non è stata da meno. Nel nostro Paese tra gennaio e agosto dello stesso anno le fiamme hanno consumato 67.000 ettari, a fronte di una media nel periodo di 54.000. Anche il numero di eventi è aumentato e da un valore di 276 ha toccato quota 296.
Cosa fare dato che il cambiamento climatico aumenta gli incendi?
Mentre il cambiamento climatico corre, agire per tenere sotto controllo la minaccia incendi appare cruciale. Le autorità dei diversi Paesi stanno lavorando per approfondire la comprensione dei fenomeni e per migliorare la capacità di risposta alle emergenze. I sistemi di allerta precoce vengono visti come una risorsa fondamentale e diversi Stati si trovano ormai a fare i conti con una stagione delle fiamme che si allunga sempre di più.
A creare problemi è, spesso, anche un’errata gestione del territorio. L’eccessiva attività umana impoverisce il suolo e ciò ha un impatto sulla vegetazione. Quest’ultima è, poi, in ampie zone del pianeta, lasciata a se stessa. Senza gli opportuni interventi di management, però, il rischio è che le fiamme trovino combustibile in abbondanza e finiscano, quindi, per propagarsi a dismisura.
Il cambiamento climatico rende gli incendi sempre più terribili e la preoccupazione degli esperti è che il quadro in futuro non faccia che peggiorare. Se l’aumento di temperatura terrestre dovesse toccare i + 3 °C, il numero di persone esposte a un rischio incendi alto o estremo per almeno 10 giorni all’anno aumenterebbe del 24%, per un totale di 15 milioni di individui. Se l’umanità riuscisse a mantenere il riscaldamento entro gli 1.5 °C tale valore si fermerebbe a 5 milioni.