Perché il biologico non è una trovata commerciale

Che il biologico non sia una trovata commerciale lo sottolineano sempre di più anche gli esperti: l’impatto che questo modo di concepire la produzione ma anche il consumo (dettaglio molto importante) degli alimenti può essere importante sulla riduzione delle emissioni e l’aumento della sostenibilità del settore agroalimentare.

Il biologico e consumi: cosa cambia?

Dietro al motivo per cui è troppo semplice considerare il biologico come una trovata commerciale c’è un esempio interessante, quello della carne. A spiegarlo in maniera chiara è Hayo van der Werf, ricercatore presso il French National Institute of Agricultural Research, che ha raccontato come l’aumento della domanda di carne biologica debba essere accolto con entusiasmo, non solo con occhio critico.

Secondo il ricercatore molti scienziati concludono velocemente che, per produrre la stessa quantità di carne, con i metodi del biologico sia necessario aumentare la superficie dedicata agli allevamenti. Se da una parte è vero, questa analisi parte dal presupposto che le abitudini di consumo tra chi acquista bio e convenzionale rimangano invariate, ma secondo van der Werf non sarebbe così.

Chi acquista carne biologica molto spesso lo fa con la consapevolezza che questo alimento ha un grande impatto ambientale, e solitamente ne acquista meno e distribuita su tempi più lunghi. Per questo non è corretto liquidare il biologico come una metodologia di produzione meno efficiente, tanto più se si considerano fattori come la biodiversità e la qualità del suolo sul lungo periodo.