Avviato il primo progetto italiano di monitoraggio delle aree destinate all’acquacoltura con una tecnologia wireless.
Il monitoraggio delle attività di acquacoltura permette di ridurre l’impatto ambientale di questa pratica. In tal senso ha recentemente preso il via un progetto innovativo che si occupa del monitoraggio dei siti di acquacoltura nel Golfo di Follonica con una rete di comunicazione wireless. È il primo caso in Italia e, fino ad ora, l’unico nel Mediterraneo.
Che cos’è il sistema di monitoraggio wireless dell’acquacoltura
Il progetto di monitoraggio wireless delle aree destinate all’acquacoltura nel Golfo di Follonica è realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca per l’Ambiente (ISPRA). Il progetto è inserito nel piano Marine Ecosystem Restoration (MER) finanziato con i fondi del PNRR.
Le attività di monitoraggio dei siti di acquacoltura hanno preso avvio tra Livorno e Grosseto. L’intera operazione ha un costo complessivo di circa 500.000 euro. Il progetto interessa un’area di circa 3.000 ettari negli impianti offshore di piscicoltura e molluschicoltura in una delle zone più produttive d’Italia.
L’utilità del monitoraggio dell’acquacoltura
Il progetto di monitoraggio delle zone marine dedicate all’acquacoltura è previsto dalla normativa vigente ed ha diverse utilità pratiche. Innanzitutto, i dati raccolti potranno servire per pianificare e progettare delle nuove aree dedicate all’acquacoltura che rispettino i canoni della sostenibilità ambientale.
Inoltre, il monitoraggio di queste aree potrà fornire parametri ambientali utili anche per gestire in modo sostenibile aree marine ad uso turistico e ricreativo.
Come funziona il sistema di monitoraggio dei siti di acquacoltura
Il sistema di monitoraggio wireless dei siti di acquacoltura si basa su una tecnologia innovativa. Nello specifico, il progetto utilizza una rete di comunicazione wireless sottomarina. Quest’ultima è dotata di ripetitori indipendenti che interagiscono tra loro tramite modem acustici. Infine, una boa ospita una unità di comunicazione wireless di superficie. Il sistema è composto in totale da nove stazioni di monitoraggio.
Queste ultime sono posizionate nei pressi di altrettante aree dedicate all’acquacoltura. Gli strumenti hanno lo scopo di rilevare alcuni parametri del mare, come ad esempio la quantità di ossigeno e la temperatura. Infine, i dati raccolti sono conservati in un’apposita piattaforma di archiviazione che può essere consultata dalle istituzioni e dagli operatori del settore.
L’importanza della ricerca
Il progetto di monitoraggio dei siti destinati all’acquacoltura porta con sé anche il valore della ricerca scientifica che porta ricadute positive sulle persone e sui territori. I dati raccolti, infatti, potrebbero contribuire all’ideazione di nuove soluzioni alternative in grado di ridurre l’impatto ambientale del settore dell’acquacoltura.