Le microplastiche ora sono state scoperte anche sulle nuvole, ecco perché la scienza ritiene che possano contribuire alla crisi climatica.
Le microplastiche sono ormai ovunque, dalle più remote distese di ghiacci dell’Antartide fino alla cima delle montagne più alte dell’Himalaya. Sono nel sangue dei nostri animali e in quello dei nostri bambini. Ora, sono anche nelle nuvole dove, sostengono gli scienziati, potrebbero avere una influenza diretta sulla crisi climatica. A sostenerlo una ricerca che arriva da diverse università giapponesi e pubblicata sulla rivista Environmental Chemical Letters.
Il monte Fuji @envatoelements Cosa sono le microplastiche?
Le microplastiche sono minuscole particelle di plastica che si trovano disperse nell'ambiente. Queste particelle derivano in genere dalla frammentazione e scomposizione di oggetti di plastica più grandi. Le microplastiche rappresentano una preoccupazione ambientale crescente per via della loro pervasività e della loro capacità di entrare nella catena alimentare. Frammenti di microplastiche sono stati rinvenuti pressoché ovunque in natura, contaminando ecosistemi marini e terrestri con ripercussioni ancora poco chiare sulla salute degli animali e dell’uomo.
Microplastiche trovate anche nelle nuvole
Le microplastiche sono state rinvenute anche in campioni d’acqua raccolti dalle nuvole che avvolgono il Monte Fuji e il Monte Oyama, due tra le principali vette delle isole giapponesi, durante diversi mesi di raccolta. I ricercatori hanno quindi utilizzato tecniche di riconoscimento per determinare quantità e tipologia di microplastiche raccolte dall’aria.
Nelle nuvole che avvolgono le due montagne i ricercatori hanno individuato 9 tipi di polimeri plastici sospesi nel vapore acqueo, con in media dai 6 fino ai 14 frammenti di microplastiche per litro e con dimensioni variabili dai 7 ai 95 micrometri.
Perché le microplastiche nelle nuvole sono pericolose?
In genere i frammenti plastici sono idrofobi, ovvero repellenti all’acqua. Eppure quando esposti in modo prolungato ai raggi ultravioletti, possono diventare idrofili, ovvero attirare attorno a sé molecole d’acqua. Questa scoperta in particolare preoccupa i ricercatori giapponesi in quanto la presenza di particelle di microplastica sospese nell’aria potrebbe influenzare direttamente la formazione delle nuvole agendo come nuclei di aggregazione per acqua o ghiaccio, influenzando così il clima a terra.
Non solo, se la presenza di microplastiche fosse dimostrata ormai come una componente essenziale delle nostre nuvole, sarebbe esteso e globale il rischio di contaminazione di suolo e acqua, e di conseguenza di cibo e organismi viventi, semplicemente attraverso la pioggia.