Mezzo miliardo di bambini nel mondo vive periodi di caldo estremo

Mezzo miliardo di bambini nel mondo vive ormai periodi di caldo estremo più lunghi rispetto a 60 anni fa. A certificarlo ci ha pensato UNICEF che ha anche evidenziato quanto questo possa rivelarsi allarmante. Per i più piccoli, infatti, le ondate di calore sono estremamente pericolose e, dove mancano i mezzi, le giornate torride diventano persino mortifere. Le autorità sono chiamate a intervenire ma la strada appare in salita.

Quanti bambini vivono periodi di caldo estremo?
I bambini sono ormai costretti a sopportare sempre più periodi di caldo estremo praticamente in ogni parte del mondo. UNICEF certifica che 466 milioni di piccoli individui vivono il doppio dei giorni torridi all’anno di 60 anni fa. Si tratta di un bambino su cinque.
Le giornate di caldo estremo vengono intese come quelle in cui la temperatura supera i 35 °C. In 16 Paesi le ondate di calore si prolungano per oltre un mese extra rispetto a quanto accadeva nel 1960. In Sud Sudan il valore tocca, allora, quota 166 giorni, contro le 110 giornate registrate 60 anni fa, mentre in Paraguay si è passati da 36 a 71.
Bambini e periodi di caldo estremo: troppe ondate di calore
I periodi di caldo estremo sono ormai un problema per i bambini di tutto il mondo. La sorte peggiore tocca però a quelli che vivono tra Africa Occidentale e Centrale. Qui il 39% dei giovanissimi sopporta per almeno un terzo dell’anno, ovvero per un minimo di 95 giorni, temperature superiori a 35 °C. Mali, Niger, Senegal e Sudan toccano rispettivamente quota 212, 202, 198 e 195 giornate torride.
In America Latina il quadro non è molto migliore e i bambini costretti a fare i conti con ondate di calore lunghe il doppio rispetto a 60 anni fa sono ben 48 milioni. Tali fenomeni meteo estremi si fanno oltre che più duraturi, anche più frequenti. Negli USA 36 milioni di giovanissimi ne sopportano una quantità doppia rispetto agli anni 60, mentre 5.7 milioni ne sperimentano tre volte tante.
Bambini, periodi di caldo estremo e malattie
I periodi di caldo estremo hanno sulla salute dei bambini gravi conseguenze. L’organismo dei più piccoli si scalda, infatti, più velocemente di quello degli adulti e fatica molto di più a raffreddarsi. La situazione più complicata viene vissuta dai neonati, che, con la loro frequenza cardiaca rapida, vengono messi sotto stress dalle alte temperature. I problemi cominciano già in fase pre-natale, poiché il caldo estremo è collegato a comparsa di malattie gestazionali croniche, nascite premature e morti pre-termine.
Le alte temperature espongono, inoltre, i nuovi nati a potenziali problemi di sviluppo neurologico e a un maggiore rischio di malnutrizione, debilitandoli ulteriormente. Il cambiamento climatico allarga, per altro, il range di diffusione di insetti e parassiti in grado di trasmettere malattie infettive. Patologie come Dengue e malaria finiscono così per mietere sempre più vittime.
I governi sono chiamati a intervenire per difendere i bambini dai periodi di caldo estremo. Ridurre le emissioni rappresenta la priorità ma mettere a punto strategie di risposta alle emergenze appare altrettanto importante. David Knaute di UNICEF ha spiegato che la mancanza di accesso a strutture resilienti, acqua potabile e servizi sanitari adeguati aggrava purtroppo la situazione. Limitare le disuguaglianze non può dunque che dimostrarsi parte integrante della soluzione.
