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La neve artificiale fa male all'ambiente?

La neve artificiale fa male all'ambiente?

Con inverni sempre meno nevosi è più comune ricorrere alla neve artificiale sulle piste. Ma qual è il suo impatto ambientale?

Capita spesso che la neve tardi ad arrivare o arrivi in quantità moderate, rischiando di compromettere la stagione degli impianti sciistici. Per questo motivo non è insolito vedere gli impianti ricorrere a neve artificiale per fare in modo che le piste siano praticabili. Eppure la pratica di imbiancare i pendii delle nostre montagne e permetterci un weekend di svago avrebbe un impatto sull'ambiente notevole.

neve artificiale ambiente
Foto: PxFuel

Come funziona la neve artificiale

Per produrre neve artificiale è necessario l’utilizzo di macchine da neve. Sebbene esistano differenti modelli di differenti dimensioni e consumi, il principio di funzionamento è comune. Nei cannoni l’acqua di partenza viene nebulizzata e raffreddata fino a una temperatura prossima allo zero. Le particelle d’acqua vengono quindi fatte condensare attorno a nucleo prima di venire “sparate” nell’ambiente attraverso un compressore d’aria o un grosso ventilatore. La neve artificiale non è di per sé pericolosa per l’ambiente. Un macchinario di qualità può infatti produrre neve artificiale del tutto e per tutto simile a neve naturale anche se alcuni agenti nucleanti possono in realtà richiedere l’utilizzo di composti chimici.

Il costo per l’ambiente della neve artificiale: consumo di acqua

Quando guardiamo al panorama di casa nostra, gli inverni sulle Alpi stanno diventando sempre più caldi. Fino a 2°C negli ultimi 100 anni. Questo non solo sta portando a un costante scioglimento dei ghiacciai, ma, in prospettiva, anche a una diminuzione dei fenomeni nevosi imponendo quindi agli impianti di ricorrere a neve artificiale. Secondo il WWF, per imbiancare da zero una pista da sci occorrono almeno 1000 metri cubi d’acqua in media. Gli innevamenti successivi, necessari a mantenere la pista innevata sotto il sole invernale, ne richiedono almeno altrettanti.

Secondo le stime, per le piste innevate in Italia nel 2004 sono stati necessari circa 95 milioni di metri cubi d’acqua, più o meno il consumo medio annuo di una città da 1,5 milioni di abitanti. Il costo in consumo idrico della neve artificiale è quindi elevatissimo, soprattutto in prospettiva di riserve idriche sempre più compromesse a causa dell’aumento delle temperature e dello scioglimento dei ghiacciai alpini.

Consumo di energia e costi

Ma il consumo idrico non è l’unica preoccupazione riguardante l’impatto sull’ambiente della neve artificiale. Operare i grossi cannoni sparaneve richiede infatti anche una enorme quantità di energia. I cannoni funzionano attraverso la rete elettrica o, talvolta, anche a gasolio. Sempre secondo il WWF per innevare le Alpi nel 2004 è stata necessaria la stessa quantità di energia elettrica pari ai consumi di 130mila abitazioni per un anno. Anche i costi economici non sono indifferenti. Imbiancare un ettaro di pista può costare fino a 136mila euro. La neve artificiale inoltre è in genere più compatta di quella naturale e impiega più tempo a sciogliersi. Questo può allungare la presenza di neve sulle piste impedendo o rallentando la crescita della vegetazione in primavera.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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