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Incendi record in Amazzonia: il fumo si vede dallo spazio

Incendi record in Amazzonia: il fumo si vede dallo spazio

L’Amazzonia brucia, gli incendi fanno segnare nuovi e preoccupanti record, mentre il fumo che si solleva da migliaia di focolai si riesce a vedere dallo spazio, coprendo città come San Paolo.

Gli incendi in Amazzonia stanno raggiungendo una dimensione spaventosa, facendo segnare dei record mai visti primi per estensione e drammaticità. Si parla di 74.000 focolai da gennaio, quasi 10.000 solo negli ultimi giorni, un numero impressionante capace di liberare in atmosfera un'enorme quantità di fumo, al punto da creare nere nuvole visibili dallo spazio. La città di San Paolo, in Brasile, si è trovata al buio alle 16.00 per colpa della pesante coltre di cenere. Dopo gli incendi che hanno devastato la Siberia, questo rappresenta un nuovo duro colpo al nostro ecosistema.

Perché l’Amazzonia brucia

Non è una novità che in questo periodo, nel Sud America, ci sia un picco di incendi: lì in questo periodo è piena stagione secca, la più propizia affinché il fuoco si diffonda. Molti agricoltori sfruttano questo periodo per appiccare degli incendi controllati, avviene spesso, ma quest’anno c’è qualcosa di diverso gli incendi sono molto più numerosi del solito e coinvolgono una vasta area dell’Amazzonia.

Il National Institute for Space Research - INPE - ha rilevato un aumento dell’84% degli incendi rispetto all’anno scorso, un numero quasi doppio rispetto ai focolai rilevati nel 2013. Secondo gli esperti questo numero impressionante è dovuto agli incendi appiccati per liberare nuovi spazi da dedicare all’allevamento, una pratica ovviamente illegale che però negli ultimi anni ha visto sempre più casi.

Le conseguenze degli incendi in Amazzonia

La cortina di fumo liberata dagli incendi in Amazzonia è così vasta da essere visibile dallo spazio e avrebbe addirittura causato un blackout nella città di San Paolo, in Brasile, che si è trovata al buio in pieno pomeriggio a causa delle spesse nuvole nere. Dal 2013 la regione è monitorata via satellite proprio per tenere sotto controllo fenomeni di deforestazione, ma secondo gli esperti della NASA il numero di focolai, per ora sarebbe ancora leggermente sotto la media.

Quello che più preoccupa gli scienziati, però, è l’estensione del danno che questi incendi sono in grado di procurare: non solo viene liberata in atmosfera una quantità enorme di CO2, ma vengono anche distrutti gli alberi che dovrebbero riassorbirla. La stagione secca non è ancora finita e gli incendi potrebbero durare ancora per molto tempo, mettendo in pericolo le milioni di specie autoctone della regione. La situazione sembra drammatica, ma purtroppo sembra che possa ancora peggiorare.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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