“Il cielo è basso”, la bellissima poesia di Emily Dickinson

Nella sua poesia Emily Dickinson trasmette emozioni intense e “Il cielo è basso” non fa eccezione. Nela lirica l’autrice descrive un paesaggio quasi spento e trasforma ogni singolo elemento naturale in una perfetta incarnazione dei sentimenti umani. Attraverso il panorama delineato con maestria ed eleganza allora, chi legge riceve un ritratto puntuale dell’interiorità di chi narra e finisce, volente o nolente, per guardare anche dentro se stesso.

“Il cielo è basso”: il testo della poesia
Il cielo è basso, le nuvole a mezz’aria,
un fiocco di neve vagabondo
fra scavalcare una tettoia o una viottola
non sa decidersi.
Un vento meschino tutto il giorno si lagna
di come qualcuno l’ha trattato;
la natura, come noi, si lascia talvolta sorprendere
senza il suo diadema.
Significato della poesia “Il cielo è basso” di Emily Dickinson
All’interno della poesia “Il cielo è basso” Emily Dickinson traccia i contorni di un paesaggio invernale tutt’altro che estraneo al comune sentire. Ella osserva, come sempre, i moti della natura dalla finestra e, per una volta, la coglie in un momento in cui essa è ben lontana dall’apparire maestosa. Le nuvole sono, appunto, “basse”, senza altri tratti particolari.
Appaiono, insomma, anonime, come il fiocco di neve solo e quasi insignificante, che da queste cade. Roteando la piccola forma gelida mostra indecisione mentre il vento, che lo sospinge, viene definito “meschino” e caratterizzato dalla tendenza alle lamentele tipica del genere umano. Il testo è, quindi, un’ininterrotta personificazione attraverso cui Emily Dickinson attribuisce alla natura le proprie emozioni, svelandocele.
“Il cielo è basso”: il ruolo della natura nella poesia
Ne “Il cielo è basso” la natura è, come altrove nella poesia di Emily Dickinson, soggetto prediletto e interlocutore privilegiato, oltre che specchio perfetto, per l’animo umano. Nei versi si dipana quell’escamotage narrativo che il critico John Ruskin chiamò nel 1856 “Fallacia patetica”. Con l’espressione, in cui il termine “fallacia” va interpretato come “falsa” e “patetica” come “inerente alle emozioni”, lo scrittore indica la tendenza ad attribuire a oggetti ed elementi naturali delle emozioni umane che non possono avere.
La poetessa è, qui, del tutto consapevole che il paesaggio le appare in un determinato modo a causa del proprio stato d’animo e non fa nulla per nasconderlo. Ella vuole sottolineare, piuttosto, quanto anche la natura possa essere colta "senza il suo diadema” se l’occhio umano è nella giusta predisposizione per farlo.
Il linguaggio della poesia di Emily Dickinson si dimostra, ne “Il cielo è basso”, tanto puntuale quanto elegante e delicato. La poetessa non ha ottenuto riconoscimento in vita ma, grazie al lavoro della sorella che ha raccolto le opere poi pubblicate in edizioni postume, oggi è considerata di inestimabile valore. I versi sottolineano quanto la natura possa offrire riparo contro la sofferenza anche, in un certo modo, assecondandola.
