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Fiumi, allarme microplastiche: le particelle rimangono nelle acque fino a 7 anni

Fiumi, allarme microplastiche: le particelle rimangono nelle acque fino a 7 anni

Uno studio ha mostrato che le microplastiche stanno invadendo anche i fiumi e, mentre a rischio ci sono uomo, animali e natura, intervenire è d’obbligo.

Siamo abituati a considerare l’impatto che le microplastiche hanno sugli oceani, ma, purtroppo, nemmeno i fiumi sono immuni dalla piaga. A ricordarcelo è uno studio di recente pubblicato in Science Advances. Gli scienziati hanno analizzato la questione in modo innovativo e hanno lanciato un vero e proprio allarme. I corsi d’acqua sono sempre più avvelenati e agire è, per uomo e ambiente, fondamentale.

microplastiche fiumi

Lo studio su fiumi e microplastiche

Le microplastiche sono una minaccia per vari ambienti e i fiumi non fanno eccezione. Un nuovo studio ha, infatti, svelato che questi minuscoli pezzi di plastica, di diametro inferiore ai 5 mm, sono, per tali corsi d’acqua, particolarmente pericolosi. Gli scienziati di Birmingham, Northwestern e Loyola Chicago University hanno condotto un lavoro sistematico. Hanno, così, fornito il primo report sull’accumulo di microplastiche nei fiumi e sulla loro resistenza all’interno delle acque. I ricercatori si sono concentrati su microplastiche di dimensioni inferiori ai 100 µmr e, grazie a nuovi modelli, hanno eseguito diverse simulazioni. L’analisi ha coperto l’intero processo, dalla fonte di inquinamento alla foce, passando per sorgente e corso.

Fiumi magazzini di microplastiche

I risultati dello studio su fiumi e microplastiche sono inquietanti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le acque sempre in movimento non sospingono velocemente le particelle inquinanti alla foce, ma le intrappolano sui fondali. La causa è principalmente lo scambio tra acque superficiali e acque profonde. La situazione è, poi, più drammatica nei pressi delle sorgenti. Qui le particelle inchinanti impiegano, come minimo, cinque ore per avanzare di un chilometro verso l’oceano, ma in condizioni di portata sfavorevole possono aver bisogno anche di 7 anni. Le maggiori responsabili della contaminazione sono aziende agricole e compagnie idriche, ma anche i penumatici delle auto hanno un loro ruolo.

Allarme e interventi

L’accumulo di microplastiche nei fiumi non deve essere sottovalutato. La permanenza di queste particelle nei corsi d’acqua può causare danni irreparabili. Esse non sono biodegradabili e, muovendosi lentamente in profondità, vengono ingerite frequentemente in modo accidentale dagli ignari pesci. Ciò fa in modo che le microplastiche vengano introdotte nella catena alimentare e che, quindi, a essere esposti a rischi siano anche altri animali e uomo. Aaron Packman ha specificato che i risultati non devono sorprendere, ma ricordare quanto gli ecosistemi fluviali siano a rischio. Fare ulteriori ricerche e intervenire per limitare i danni risulta una priorità, anche se al momento le concrete strategie scarseggiano.

Pensare a quante microplastiche si accumulano sul letto dei fiumi fa riflettere. Quasi ogni nostra azione è potenzialmente in grado di produrre inquinamento, ma, fin troppo spesso riusciamo a dimenticarcene. Ora pensare che una parte della forchetta di plastica che abbiamo utilizzato durante un picnic nel 2015 potrebbe essere ancora sul fondo di un qualche ruscello, dovrebbe servire da buon traumatico promemoria.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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