Lo studio
Si tratta di ecosistemi fondamentali per molti aspetti. In primo luogo, sono fonte di cibo e acqua pulita per milioni di persone. La ricerca guidata dal ricercatore Sébastien Brosse dell’Università Paul Sabatier di Tolosa (Francia), ne ha presi in esame quasi 2.500 in tutto il mondo, classificandosi come uno dei lavori più esaustivi mai realizzati. Dalla lista sono rimasti esclusi quelli delle regioni polari e i deserti. Mentre i precedenti studi si erano concentrati solo sul numero di specie ospitate, in questa nuova analisi sono stati analizzati anche i ruoli ecologici di ogni specie, le relazioni tra specie diverse e i cambiamenti della biodiversità registrati negli ultimi 200 anni.
Male Europa e Nord America
I risultati hanno dimostrato che le aree messe peggio sono quelle più sviluppate, in particolare Europa Occidentale e Nord America. Tra i fiumi osservati speciali ci sono il Tamigi nel Regno Unito, che ha ricevuto il punteggio più negativo (12/12) e il Mississippi negli Stati Uniti. La concentrazione della popolazione lungo le loro sponde ha contribuito a peggiorare le loro condizioni di salute.
Brosse ha spiegato al Guardian che i corsi d’acqua nelle nazioni più ricche sono irriconoscibili se confrontati con la situazione antecedente alla rivoluzione industriale: “All’epoca c’erano storioni lunghi più di due metri, migliaia di salmoni e molti altri pesci che sono scomparsi oggi”. La situazione si è rivelata negativa nonostante alcuni progressi registrati di recente: “C’è stato un miglioramento nella qualità dell’acqua nei fiumi dell’Europa Occidentale e del Nord America negli ultimi decenni, ma non sono certo che la velocità del cambiamenti sia sufficiente, in quanto si è verificato un declino veramente pesante delle popolazioni di pesci”.
La diffusione di specie aliene
Alcune cause le abbiamo già citate. Oltre a inquinamento e pesca intensiva, incidono anche la costruzione di dighe, la pesca intensiva, la contaminazione chimica derivante dall’irrigazione agricola e l’aumento delle temperature provocato dai cambiamenti climatici. Un fenomeno preoccupante riguarda la crescita delle specie aliene. “In Europa Occidentale si possono trovare salmoni e pesci gatti nordamericani, in particolare il black bullhead, carpe e i pesci rossi asiatici, così come la gambisia”, ha aggiunto Brosse.
I pesci esotici si sono diffusi e adattati alle acque dolci di tutto il pianeta e stanno crescendo numericamente. Di questo passo, le popolazioni ittiche dei fiumi diventeranno sempre più omogenee e, di conseguenza, avranno più difficoltà ad affrontare i cambiamenti dell’ambiente, a partire dal surriscaldamento globale.