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Finalmente scoperto il primo colorante naturale blu

Finalmente scoperto il primo colorante naturale blu

Scienziati hanno realizzato il primo colorante naturale blu per rimpiazzare il blu artificiale usato fino ad ora negli alimenti.

Un colorante naturale negli alimenti è in genere preferito ad uno artificiale. Per il blu ciano tuttavia questa opzione non era possibile. Fino ad ora, per questo tipo di colore, l’unica alternativa era un colorante alimentare artificiale noto in Europa con la sigla E133. Per anni i ricercatori hanno cercato di trovare una alternativa nel mondo naturale. La soluzione è finalmente arrivata grazie agli scienziati americani della Università della California.

colorante naturale

La “caccia” al colorante naturale blu

Per anni diversi programmi di ricerca attorno al mondo hanno cercato scardinare il problema del colorante naturale blu. Non si tratta di una impresa facile: il blu ciano è infatti uno dei colori più rari in natura. La maggior parte dei coloranti naturali si limita al rosso e al viola. Diversi esperimenti condotti in precedenza si erano concentranti sulle antocianine del cavolo rosso. Le antocianine sono pigmenti presenti naturalmente nel mondo vegetale, in fiori, frutti o foglie. Questi pigmenti conferiscono un colore che va dal rosso al blu. Fino ad ora i pigmenti studiati nel cavolo rosso erano considerati troppo “viola” per sostituire il blu ciano artificiale.

Una recente scoperta di una particolare antocianina che costituisce meno del 5% del colore del cavolo rosso ha però cambiato la situazione. Il pigmento, noto come Peak 2 o P2, pare essere la soluzione ideale per ottenere un colorante naturale blu. Molte fonti naturali hanno una stabilità limitata quando agiscono come coloranti. Gli scienziati americani hanno verificato come P2 è in grado di resistere fino a 55 giorni perdendo solo il 14% del colore ciano.

Cosa cambia adesso?

I ricercatori sono convinti che proprio nel cavolo rosso si nascondano potenzialità per sviluppare non solo il colorante naturale blu, ma anche alternative naturali ad altri colori come ad esempio il verde. La difficoltà rimarrebbe nelle limitate quantità di P2 presenti nell’ortaggio. Anche in questo caso i ricercatori stanno già pensando ad una soluzione; convertendo altre antocianine P6, P7 e P8 in P2 grazie ad un particolare enzima.

Una nuova start-up, PeakB, è già stata realizzata per portare il prodotto in commercio e renderlo disponibile ai produttori alimentari. Tuttavia ulteriori studi sono ancora necessari per stabilire l’effettiva sicurezza del nuovo colorante naturale. In particolare per stabilire la sua sicurezza al consumo per l’organismo umano e le sue eventuali limitazioni nei processi alimentari.


REDAZIONE
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