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Il favoloso mercato del pesce di Rialto

Il favoloso mercato del pesce di Rialto

In attività da quasi 1000 anni, è uno dei più caratteristici d’Italia, sicuramente il più affascinante di Venezia, città che sul commercio ha costruito la sua storia.

Il mercato del pesce di Rialto è un luogo tanto misterioso quanto affascinante, l’unico nello stivale ad essere attivo da oltre 950 anni. Per ogni angolo dell’incantevole Venezia esiste una cartolina, un’immagine evocativa, basti pensare al Canal Grande, a Piazza San Marco o al Ponte dei Sospiri, ma il mercato no. Conserva con accanimento la sua natura più originale, fatta di notti insonni e alzatacce, di odori pungenti e urla concitate.

Generazione dopo generazione

L’essenza del mercato del pesce di Rialto sono le generazioni di pescatori e pescivendoli che lo animano. Volti che ricordano il passato, che sembrano portare i segni della storia della stessa Venezia, con le sue tonnellate di merci spedite in ogni angolo del mondo, prima ancora che la parola globalizzazione fosse anche solo pensata.

Tutto inizia al Mercato Ittico all’ingrosso, uno di quei luoghi che rimangono spesso esclusivo appannaggio agli addetti ai lavori, vicino alla stazione marittima della città, dove arriva pesce internazionale ma soprattutto quello nostrano, di una qualità inarrivabile: canoce, caparosoli, folpetti, soasi, otregani, bisati, tutti esemplari il cui nome non dirà nulla a chi non è del luogo. A questo punto si seguono le imbarcazioni cariche del bianco polistirolo in cui viene tenuto fresco il pesce, che lente scivolano verso il mercato di Rialto, mentre il sole ancora fatica a svegliarsi.

Il luogo del popolo

Chiunque, dai semplici curiosi che abitano nelle vicinanze fino alle casalinghe indaffarate con la spesa o i pensionati più abitudinari, si avventura tra le bancherelle del mercato del pesce di Rialto. E non si parla semplicemente veneziano da queste parti, si urla veneziano, come quelli del posto sottolineerebbero: non è la stessa cosa. La ressa di persone viene messa in ombra da un’altra fiumana di creature, i famelici gabbiani, che a frotte si avventano sulle frattaglie scartate dai pescivendoli.

Qui la città combatte per rimanere fuori dalle cartoline, nonostante sia colorata delle sfumature del mare, nonostante sia immersa nei profumi dell’oceano, rimane il cuore pulsante di quella città che non vuole essere ricordata solo per il suo turismo. Così si acquistano orate, branzini, seppie, telline, canestrelli e peoci, pronti per cucinare qualche tipico manicaretto del posto.

Fonti: fashionfortravel.com - bestveniceguides.it - sentinbocca.it - venezia-emilia.blogspot.it


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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