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Deforestazione Amazzonia, record negativo negli ultimi 15 anni in Brasile

Deforestazione Amazzonia, record negativo negli ultimi 15 anni in Brasile

In Brasile la piaga della deforestazione continua a dilagare e, nonostante gli accordi siglati durante la COP26, il futuro dell’Amazzonia preoccupa.

Il tasso di deforestazione in Brasile è in continuo aumento e il Paese si sta purtroppo assicurando il raggiungimento di un record negativo dietro l’altro. Durante la COP26 il presidente Bolsonaro ha sottoscritto un accordo internazionale per arginare il fenomeno, ma le prospettive non lasciano ben sperare. Le polemiche non mancano e, mentre gli ambientalisti chiedono veri interventi, la sorte dell’Amazzonia appare sempre più precaria.

deforestazione

Deforestazione da record:

La deforestazione in Brasile rappresenta una problematica pressante. Il Paese ospita circa il 60% della foresta amazzonica, ma negli ultimi anni tale ambiente è sempre più a rischio. Nel 2021 il tasso di deforestazione è infatti cresciuto del 22%, un aumento record, che ha superato anche il picco del 2006. Tra agosto 2020 e luglio 2021 sono stati abbattuti 13.235 km2 di alberi, un’area corrispondente a 17 volte la superficie di New York City. L’ottobre appena trascorso è stato, poi, il peggiore di sempre, a causa della distruzione di una parte di Amazzonia grande più della metà di Rio De Janeiro. Urbanizzazione e incendi rischiano di trasformare l’ambiente in un’arida savana che rilasci più CO2 di quanta ne immagazzini.

Brasile e deforestazione:

La questione deforestazione in Brasile è fonte di preoccupazione. Durante la COP26 il presidente Bolsonaro ha aderito a un accordo, con più di 100 altre nazioni, per eliminare la deforestazione a livello globale entro il 2030. Ha, inoltre, sottoscritto un impegno a porre fine al disboscamento illegale nel Paese entro il 2028, ma tutto ciò non appare verosimile. In Brasile le attività agricole e di estrazione sono, infatti, ancora caldamente incoraggiate. L’invio di truppe nelle zone ritenute a rischio si è, poi, rivelato inutile e, in molti casi, dannoso. Il governo viene per altro accusato, da molti attivisti locali, di aver nascosto la reale portata del dramma deforestazione, presentandosi a Glasgow con dati incompleti.

Brasile e futuro:

Porre un freno alla deforestazione in Brasile dovrebbe rappresentare una priorità. Le associazioni ambientaliste, supportate dai dati, sono, però, concordi nell’affermare che tale assunto non si sta traducendo in fatti. Mauricio Voivodic, leader locale del WWF, ha affermato che i numeri mostrano quanto le autorità si stiano rendendo protagoniste di azioni puramente di facciata. Joaquim Pereira Leite, Ministro dell’Ambiente, ha ribadito, invece, che i dati non rendono giustizia agli sforzi governativi e ha garantito che arriveranno miglioramenti significativi. Tra il 2019 e oggi il Brasile ha perso, comunque, in media 10.000 km2 di copertura forestale all’anno e la paura è ora che l’Amazzonia sia vicina al collasso.

I numeri relativi alla deforestazione in Brasile non possono che generare allarme. Le immagini di fitti alberi e animali straordinari che siamo abituati a vedere nei documentari rischiano di diventare un ricordo. Se, o quando, in futuro i bambini faticheranno a credere ai nostri racconti sulla foresta più rigogliosa del mondo non potremo certo fingerci sorpresi.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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