La pompa si sta rompendo
Gli effetti sarebbero disastrosi per tutti i popoli del Sud America che contano su quelle piogge per il loro fabbisogno d’acqua. Per natura, una foresta pluviale autogenera le proprie precipitazioni, garantendo la vita del rigoglioso ambiente che conserva e delle persone che la abitano. La resilienza alla siccità di questi ecosistemi è tuttavia limitata: possono riprendersi da brevi periodi aridi, ma quando questi si allungano e sono favoriti da fenomeni di sfruttamento intensivo e dalla crisi climatica, la sopravvivenza delle foreste inizia a essere minacciata. Piante e arbusti facilmente infiammabili iniziano così a insediarsi stabilmente al posto della vegetazione tipica, favorendo nuovi incendi.
Walker usa la metafora della pompa per rendere l’idea. “La foresta ricicla l’umidità, processo che permette di avere le piogge nella regione. Se si continua a distruggere la foresta, la quota di precipitazioni crolla. E nel peggiore dei casi, si rompe la pompa”, ha spiegato. “Una foresta non può resistere se la sua canopia (lo strato superiore formato dalle chiome mature degli alberi ndr) necessita di più di quattro anni per riprendersi da eventi di siccità a cadenza annua”.
Il problema dello sfruttamento
Eventi che sono esacerbati dalla minaccia dell’uomo. Oltre agli incendi, anche la deforestazione (spesso collegata agli incendi) sta facendo grossi danni. Ad aumentarne l’intensità, la necessità delle industrie di terreni per i pascoli di bestiame e per la coltivazione di soia (ingrediente con cui nutrire gli animali). Negli ultimi anni, si è aggiunta anche la ricerca illegale dell’oro, che amplifica il disboscamento e causa l’inquinamento dei fiumi.
Questi fenomeni sono stati favoriti dal presidente brasiliano Jair Bolsonaro, notoriamente antiambientalista. Sotto la sua presidenza, la deforestazione ha raggiunto il livello più elevato degli ultimi 12 anni. Walker ha calcolato che, da quando è iniziato lo sfruttamento intensivo, la superficie dell’Amazzonia è diminuita del 20 percento. In più, la stagione secca nella regione meridionale si è allungata di 6,5 giorni per decennio. Lo studio prevede che, una volta perso il 30-50 percento della foresta nel Sud, si verificherà un crollo delle piogge fino al 40 percento nelle zone a ovest. E l’ambiente lussureggiante si trasformerà defintivamente in un’arida savana.