La soluzione alla crisi climatica non sarebbe facile da raggiungere a causa delle tendenze evolutive dell’uomo, dice uno studio.
Trovare la soluzione alla crisi climatica potrebbe risultare troppo complicato se non impossibile, il motivo: colpa della storia e delle tendenze evolutive maturate dall’uomo. Secondo uno studio dell’Università del Maine negli Stati Uniti sarebbero proprio alcune caratteristiche dell'evoluzione umana ad impedire alla nostra specie di risolvere problemi ambientali globali.
Quali sono le possibili soluzioni alla crisi climatica?
In quanto fenomeno complesso e articolato la crisi climatica non ha un’unica semplice soluzione. Limitarne e invertirne gli effetti richiederà una complessa combinazione di fattori su scala globale a partire dall’abbandono delle energie fossili attraverso una transizione verso le energie rinnovabili. Ma la semplice transizione energetica non sarebbe una soluzione sufficiente.
Per invertire gli effetti della crisi climatica sarebbero necessarie opere di rimboschimento su larga scala, un abbandono dell’agricoltura e dell’allevamento intensivi in favore di alternative biologiche e sostenibili, un sistema di trasporti elettrico oltre che a un’opera di educazione e sensibilizzazione su scala globale. Tutte soluzioni che richiederebbero lo sforzo comune di tutto il pianeta attraverso una collaborazione internazionale trasversale.
Perché l’evoluzione umana ostacola la soluzione alla crisi climatica?
Date le premesse, è possibile intuire come trovare una soluzione alla crisi climatica non sia un obiettivo semplice, specialmente perché potrebbe scontrarsi con la nostra natura e la nostra tendenza evolutiva. Secondo quanto scritto dal professor Tim Waring dell’Università del Maine in un articolo pubblicato sulla rivista Philosophical Transactions of the Royal Society B, lo sfruttamento del pianeta da parte dell’uomo negli ultimi 100mila anni ha finito per modificare la nostra storia evolutiva.
«L'evoluzione umana è in gran parte guidata dal cambiamento culturale che è più veloce dell'evoluzione genetica. Questa velocità di adattamento ha permesso agli esseri umani di colonizzare tutti i territori abitabili del mondo - afferma Waring - negli ultimi 100mila anni questa è stata una buona notizia per la nostra specie ma l’espansione è dipesa da grandi quantità di risorse e spazio disponibili», risorse e spazio che oggi hanno raggiunto il limite.
I limiti umani per risolvere la crisi climatica
La nostra tendenza all’espansione e allo sfruttamento ha reso difficile oggi invertire la tendenza in modo rapido e nelle dimensioni richieste. Analizzando storicamente le società e gli interventi mirati alla sostenibilità tra uomo e natura i ricercatori hanno riscontrato limiti comuni: i tentativi di trovare una soluzione ai problemi ambientali arrivano dopo lo sviluppo di una crisi (quando il danno è già fatto) e le soluzioni sono in genere su scala limitata, insufficienti ad affrontare problemi su scala planetaria e a lungo termine.
«Un problema è che non abbiamo una società globale coordinata capace di implementare efficacemente eventuali programmi – scrive ancora Waring – questo è limite più grande nel trovare soluzioni alla crisi climatica». L’altro problema secondo i ricercatori è che in un mondo diviso tra piccoli gruppi spesso in contrasto tra loro, l’evoluzione culturale indipendente di questi gruppi tenderà a risolvere i problemi sbagliati, privilegiando gli interessi locali e nazionali, esacerbando la competizione sulle risorse e portando a conflitti invece che alla cooperazione, in linea con quanto avvenuto storicamente e come parte del retaggio culturale globale.
«Questo significa che le sfide globali come il cambiamento climatico sono molto più difficili da risolvere di quanto precedentemente considerato - dice Waring – il problema più grande è che le caratteristiche dell'evoluzione umana stanno lavorando contro la nostra capacità di risolverle. Per trovare una soluzione alla crisi climatica dobbiamo nuotare controcorrente».