Aumenta l’interesse delle imprese farmaceutiche per la lavorazione degli scarti dei crostacei da impiegare nella cosmesi.
I crostacei sono buoni e fanno anche bene alla salute (a meno che una persona ne sia allergica). Se ne è accorta anche l’industria farmaceutica e cosmetica che sta sviluppando le tecnologie necessarie per sfruttare alcune sostanze contenute negli scarti dei crostacei, tra cui la chitina e il chitosano. Infatti, dalla lavorazione di queste è possibile realizzare dei prodotti per la salute e la cura del nostro corpo.
L’interesse verso la lavorazione degli scarti dei crostacei
I crostacei sono una vera e propria risorsa. In primo luogo, dal punto di vista alimentare. Infatti, secondo i dati FAO, nel 2018 il mercato della pesca e dell’acquacoltura dei crostacei aveva superato le 15 milioni di tonnellate. Tuttavia, ben 9 milioni queste tonnellate sono costituite da parti non commestibili e quindi di scarto. Ma anche questi scarti possono essere una risorsa per via della presenza della chitina.
Infatti, questa sostanza può essere impiegata in diversi ambiti, tra cui quello farmaceutico, alimentare, cosmetico, agricolo e per il trattamento delle acque reflue. Uno studio condotto dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e pubblicato sulla rivista Clean Technologies and Recycling sperimenta la lavorazione della chitina e la produzione del chitosano in maniera sostenibile e a basso costo.
Gli effetti positivi della chitina
Dalla lavorazione degli scarti dei crostacei è possibile estrarre la chitina, una sostanza che compone l’esoscheletro (cioè la parte del corpo più esterna e dura degli animali invertebrati) di insetti, aracnidi e crostacei. L’industria legata alla produzione di farmaci e di articoli cosmetici è sempre più interessata a questa sostanza e, soprattutto, ai suoi derivati (come il chitosano) per i suoi effetti positivi.
Infatti, sono diverse le qualità di queste sostanze ritenute utili per la cura del corpo umano. Ad esempio, alla chitina è associata un’elevata capacità antimicrobica, mentre il chitosano è in grado di legarsi ai metalli pesanti (come il rame e il piombo) e di renderli meno dannosi per la salute dell’uomo. Inoltre, a questa sostanza sono attribuite anche capacità legate alla regolazione dell’ipertensione.
L’impiego nella cosmesi e in medicina
La chitina e il suo derivato, il chitosano, possono essere utilizzati per la realizzazione di prodotti cosmetici e per la cura del corpo umano. Infatti, sono tra gli ingredienti impiegati per la produzione di articoli dedicati alla cura della pelle, dei capelli e dei denti. In particolare, sono utilizzati per le loro capacità antiossidanti, antimicrobiche e idratanti.
In campo medico, invece, il chitosano è impiegato soprattutto per medicinali destinati alla guarigione delle ferite. Ad esempio, questa sostanza aumenta l’efficacia dei bendaggi grazie ai suoi effetti antimicrobici. Inoltre, il chitosano è in grado di stimolare la rigenerazione dermica, accelerando così il processo di guarigione della ferita.
Un mercato in crescita
Dalla lavorazione degli scarti dei crostacei è possibile quindi ricavare una vera e propria risorsa economica. Infatti, il mercato globale delle sostanze derivate dalla chitina nel 2020 è stato quotato per un valore totale di 3,8 miliardi di dollari. La previsione è quella che questo mercato, entro il 2027, arrivi fino a 12,3 miliardi di dollari crescendo ad un tasso annuale pari del 18,4%.