Cosa significa il termine uvaggio?
In periodo di vendemmia sentir parlare di uvaggio non è raro, ma fermarsi a riflettere su di esso non è immediato. Il termine ha, in realtà, un significato preciso che, però, nel corso del tempo si è un po’ ampliato. I vini a cui l’espressione può essere accostata sono diversi ed evitare di fare confusione può tornare utile in fase di scelta.
Cos’è l’uvaggio?
In enologia con il termine uvaggio s’intende l’insieme delle uve diverse utilizzate per la produzione di un vino. In passato l’espressione faceva riferimento in realtà a uve diverse vendemmiate nello stesso tempo e nello stesso luogo e poi vinificate. Tale prassi non era un tempo insolita. Nei vigneti, infatti, filari di viti differenti erano abitualmente collocati vicini e viti non dello stesso tipo si trovavano anche nello stesso filare. Al momento della vendemmia i frutti non venivano separati. Oggi l’organizzazione dei vigneti è cambiata. Uve diverse si trovano in appezzamenti distinti e la vendemmia avviene, dunque, ormai spesso in fasi indipendenti. Con uvaggio si è, così, passati a indicare la miscela di varietà da vitigni diversi che arrivano a maturazione nello stesso periodo, utilizzate insieme per la realizzazione di un vino.
Uvaggio, assemblaggio e taglio
Il significato del termine uvaggio si è oggi ampliato. Spesso infatti, a fare la differenza non è nemmeno più la tempistica della raccolta, ma semplicemente il fatto che un vino sia costituito da più uve. Questa caratteristica è considerata un valore aggiunto, che consente di ottenere un prodotto dal profumo e dal gusto variegati. In alcuni casi sarebbe, però, probabilmente, più corretto parlare di assemblaggio. Questo processo indica la pratica di mischiare uve diverse in fasi successive alla vendemmia, che avviene in modo indipendente, e che vanno dalla pigiatura alla fermentazione. Un’altra pratica su cui non fare confusione è, poi, quella del taglio. In esso si aggiungono a vini poco pregiati, altri vini o mosti complementari o a più alta gradazione alcolica, per migliorarli.
Evitare la confusione
Comprendere qual è il vero significato di uvaggio può aiutare a non cadere in errori di valutazione. Oggi, infatti, si tende a utilizzare il termine per indicare semplicemente il prodotto finito, o la ricetta che ha portato alla sua realizzazione. Si sente dunque parlare di uvaggio monovarietale e multivarietale. In realtà la prima espressione rappresenta una contraddizione in termini. Il concetto di uvaggio indica, infatti, di per sé, la miscela di uve diverse. Alla categoria dei vini ottenuti in purezza appartengono, dunque, fra gli altri Nebbiolo, Vermentino DOC e Merlot DOC. Lo Champagne rientra, invece, nella seconda categoria con un uvaggio formato da tre tipi di uva, da vigneti Chardonnay a bacca bianca e da vigneti Pinot Meunier e Pinot Noir, a bacca nera.
Una corretta comprensione del termine uvaggio può trasformarsi in un’importante risorsa da consumatori. Un vino ottenuto da un unico mosto prodotto utilizzando uve diverse presenterà sfumature di aroma e sapore uniche, mentre un vino monovarietale sarà apprezzabile per altre caratteristiche. Pur senza diventare sommelier avere qualche nozione in più può cambiare i nostri brindisi.
